Napoli. Cinque colpi di pistola contro un negozio di parrucchiere nel quartiere Mercato-Pendino, ma l’ipotesi investigativa non sembra essere rivolta verso un messaggio degli emissari del racket. Il pistolero avrebbe sbagliato bersaglio.
L’obiettivo della stesa infatti sarebbe dovuto essere un ragazzino indagato nell’inchiesta per l’omicidio del quindicenne Emanuele Tufano, ma che abita poco distante. Va detto, però, che le distanze da un edificio all’altro nelle traverse del centro città e in modo particolare quelle tra corso Umberto I e piazza Mercato sono molto ridotte.
E quindi è facile sbagliare. Come probabilmente è avvenuto l’altra mattina poco dopo le 5 quando alla centrale operativa della Questura sono arrivate delle telefonate che avvertivano di colpi di arma da fuoco nel centro città.
L’allarme è scattato immediato e la mente è corsa senza se e senza ma a due settimana fa e all’omicidio del 15enne del rione Sanità, Emanuele Tufano. Quando le pattuglie della polizia sono arrivate in via Casciari al Pendino hanno trovato i fori nella vetrina di un negozio di parrucchiere.
E a terra hanno recuperato 5 bossoli di una calibro 22. Le indagini naturalmente oltre alle testimonianze di chi era in strada e ha avuto il coraggio di parlare si stanno basando anche sull’analisi delle immagini delle telecamere della zona.
Qualcuno ha spiegato che nei giorni scorsi ci sono stati dei boati come l’esplosione di bombe carta sempre nella stessa zona.
Gianfranco Wurzburger, figura di riferimento nella zona, presidente dell’associazione “Asso.Gio.Ca” e vicepresidente del Forum territoriale Mercato Orefici, ha dichiarato: “Dopo l’atroce morte di Emanuele e la strage evitata, a seguito del conflitto a fuoco tra bande rivali, ci saremmo aspettati maggiori controlli, più sicurezza e, soprattutto, maggiore attenzione per il territorio di Piazza Mercato.
Ma questa mattina, proprio nei pressi di Piazza Sant’Eligio, di fronte alla sede della nostra associazione, intorno alle 5:30, si è verificata l’ennesima “stesa”. Una sequenza di 5-6 colpi d’arma da fuoco, probabilmente per intimorire qualcuno e segnare la presenza di un’altra banda”.
“Vogliamo lanciare ancora una volta un grido d’allarme rispetto a una situazione che diventa sempre più preoccupante e pericolosa. È vero che l’amministrazione comunale sta preparando provvedimenti volti a rivitalizzare la piazza con attività commerciali e culturali, ma ci saremmo aspettati una massiccia presenza delle forze dell’ordine.
Il clima è incandescente. I genitori dei ragazzi che accompagniamo quotidianamente sono terrorizzati e temono che possano essere coinvolti in altre sparatorie. Le istituzioni devono fare la loro parte con interventi concreti”.
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