Cinque anni di reclusione per Emanuele Libero Schiavone, figlio del boss Francesco detto Sandokan, e quattro anni per Francesco Reccia, figlio di Oreste, altro esponente di spicco del clan dei Casalesi.
Sono queste le richieste avanzate dal pubblico ministero Vincenzo Ranieri durante la requisitoria di mercoledì davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli.
I due imputati sono accusati di detenzione e porto illegale di armi da fuoco in luogo pubblico, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso. Le armi sarebbero state destinate a consolidare il potere del gruppo camorristico di appartenenza, in risposta ad azioni intimidatorie presumibilmente messe in atto da rivali per il controllo delle piazze di spaccio a Casal di Principe.
Uno degli episodi chiave risale al 7 giugno scorso, quando colpi di mitra furono esplosi contro il portone dell’abitazione della famiglia Schiavone.
Durante la requisitoria, il pm Ranieri ha ricostruito i tentativi di Schiavone jr, scarcerato lo scorso aprile, di riorganizzare il clan dei Casalesi. Ha inoltre menzionato un colloquio avvenuto in carcere tra Schiavone e il padre, in cui Sandokan avrebbe manifestato l’intenzione di collaborare con la giustizia, un progetto poi interrotto dalla Procura di Napoli.
La prossima udienza è fissata per fine mese, quando prenderanno la parola i difensori degli imputati: gli avvocati Paolo Caterino, Domenico Della Gatta e Domenico Dello Iacono.
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