Cesare Prandelli
Cesare Prandelli: “Due mesi difficili, una polmonite mi ha ridefinito le priorità” – In un’intervista trasmessa su Vivo Azzurro, la piattaforma della FIGC, Cesare Prandelli ha raccontato un periodo delicato della sua vita. L’ex commissario tecnico della Nazionale italiana ha rivelato di aver affrontato una grave polmonite che ha cambiato il suo modo di vedere le cose: “Sono stati due mesi difficili, una polmonite forte e improvvisa mi ha debilitato e ridefinito le mie priorità,” ha spiegato da Coverciano.
Il peggio è stato sfiorato: “Si è pensato anche all’ipotesi di intubazione, ma fortunatamente avevo ancora una capacità respiratoria di 7 litri,” ha dichiarato Prandelli. Per lui, abituato a riprendersi rapidamente da ogni malanno, è stato scioccante affrontare due mesi di debolezza fisica. “In quei momenti – riflette – ti rendi conto che la vita è questione di fortuna; molte persone si trovano a vivere situazioni che non meritano.”
L’allenatore ha ricordato anche il difficile addio al calcio nel 2021, con le dimissioni da tecnico della Fiorentina. “Mi sentivo a disagio, forse il legame con Firenze era troppo forte,” ha raccontato. “Durante una partita ho avuto un attimo di panico e mi sono detto: ‘Se ricapita, smetto.’ Successe di nuovo contro la Sampdoria, quando Quagliarella segnò.” Successivamente, gli fu diagnosticato il collasso di una valvola cardiaca: “Evidentemente la mia mente influiva sul mio fisico.”
Prandelli ha poi condiviso la sua preoccupazione per la crisi di talenti nel calcio italiano, criticando un sistema che non sempre sostiene le giovani promesse: “Quando seguo le partite dei bambini, anche per mio nipote, vedo cose imbarazzanti dai tecnici. Il talento va riconosciuto e incoraggiato.”
In merito al calcio moderno, Prandelli ha espresso perplessità verso le nuove proprietà dei club, che spesso trascurano di valorizzare le glorie del passato: “È come se fossero gelosi dei campioni di una volta, e invece sono una risorsa.” Infine, Prandelli ha dedicato un ricordo a Gigi Riva, scomparso lo scorso gennaio. “La sua foto qui a Coverciano è fondamentale, per tutti quelli che entrano. Abbiamo avuto un rapporto fortissimo; quando mi chiedono come gestivo Cassano e Balotelli in Nazionale, rispondo che era Gigi a gestirli”.
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