Trentacinque anni dopo la strage che sconvolse la comunità di Ponticelli, migliaia di persone hanno sfilato per le strade del quartiere, in un commosso omaggio alle vittime innocenti del Bar Sayonara.
Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera, i cui nomi sono incisi nel cuore di Ponticelli, sono stati ricordati con un lungo e silenzioso corteo partito dall’incrocio tra viale Margherita e via Argine.
Un fiume umano, composto da cittadini, studenti, associazioni e rappresentanti delle istituzioni, ha percorso le strade del quartiere, culminando in piazza Egizio Sandomenico, dove sorge il monumento dedicato alle vittime.
Qui, davanti alla lapide che porta i loro nomi, i partecipanti hanno osservato un minuto di silenzio, un gesto forte e toccante che ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di quella tragica notte.
“Questa non è solo una commemorazione, ma un atto di coraggio”, ha dichiarato Mariano Di Palma, responsabile campano di Libera, durante il suo intervento. “Ponticelli non dimentica e non perdonerà. La nostra comunità ha scelto di reagire alla violenza con la cultura della legalità, coinvolgendo soprattutto i giovani, che sono il futuro di questa città”.
Di Palma ha poi sottolineato l’importanza del percorso di sensibilizzazione portato avanti da Libera nelle scuole: “I ragazzi che oggi sono qui con noi sono la dimostrazione che la memoria può essere un potente strumento di cambiamento. La loro presenza ci riempie di speranza e ci dà la forza di continuare a lottare”.
Tra i partecipanti al corteo, molti giovani studenti con striscioni e cartelli che riportavano frasi come “Mai più camorra” e “La memoria è un dovere”. “Siamo qui per dire che non vogliamo un futuro segnato dalla paura e dalla violenza”, ha affermato una studentessa. “Vogliamo una città dove ognuno possa vivere in sicurezza e libertà”.
La strage del Bar Sayonara, avvenuta l’11 novembre 1989, fu un episodio cruento della guerra tra clan che insanguinò Napoli negli anni ’80 e ’90.
Quattro persone innocenti persero la vita, colpite da una raffica di proiettili mentre erano sedute al bancone del bar. Un delitto che lasciò un segno profondo nella comunità di Ponticelli, che da allora non ha mai smesso di lottare per la giustizia e la legalità.
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