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Napoli. E’ preso da delirio di onnipotenza e anche se è in carcere via telefono minaccia tutti compresi i suoi affiliati, dice che una volta uscito farà di Pianura una nuova Badgad e poi lancia minacce al giornalista free lance Pino Grazioli.
Il baby boss di Pianura, Emanuele Marsicano intercettato al telefono il pomeriggio del 31 dicembre del 2022 dal carcere di Tolmezzo dove è detenuto parla prima con Antonio Gaetano, che sarà ucciso l’anno seguente e poi con un tale Massimiliano (non identificato).
Oggi per il baby boss è arrivata una nuova ordinanza cautelare e e con lui sono stati colpiti altri 15 dei suoi affiliati compreso il giovane ras Francesco Marfella. Nella circa 200 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Maria Rosaria Aufieri si raccontano gli episodi criminali che hanno insanguinato Pianura negli ultimi anni e che hanno visto Emanuele Marsicano come assoluto protagonista in negativo.
Nell’ intercettazione il baby boss accenna a mire espansionistiche in un quartiere limitrofo e non si dimentica di ricordare al suo interlocutore che il potere decisionale in quella zona di Napoli è nelle sue mani: “sono io che comando a Pianura.. e nessuno altro più”, afferma.
Di fronte alle giustificazioni fornite dall’interlocutore, Marsicano risponde affermando che il suo è un “discorso generale” e aggiunge: “Tutto il resto o fate quello che dico io, oppure, sappiatelo, se esco da qua dentro, avrete tutti quanti un problema con me!”.
Con queste parole, il detenuto censura la condotta degli altri e promette vendetta una volta scarcerato, affermando: “Questa è la situazione: se vedo che ognuno pensa ai fatti suoi, poi anch’io comincio a pensare ai fatti miei. Quando esco, non penso più a voi, e allora sarete nei guai!”.
Rivolgendosi a Massimiliano, Marsicano fa capire di considerarsi il padrone assoluto del quartiere e di tutti i suoi abitanti, che, a suo dire, devono sottostare ai suoi ordini:
“Io comando su tutta Pianura, non a uno sì e uno no, ma su tutta Pianura, partendo dai miei stessi compagni. Io li metto a posto tutti quanti!”.
Fa anche riferimento a coloro che attualmente detengono il controllo della zona, ricordando che, in passato, quando lui era libero, questi non osavano uscire di casa per paura:
“Quando c’ero io, a questi li mettevo sotto. Non scendevano nemmeno per strada!”.
Con tono intimidatorio, prosegue sottolineando che, anche se dovrà scontare una pena di dieci o quindici anni, prima o poi sarà comunque scarcerato: “Fratè, non dimenticare che io ho un’associazione e un tentato omicidio. Dieci, quindici anni e poi esco. Non è che stai dicendo ‘quello non esce più’. E se non esco, allora sai che faccio? Dico di uccidere tutti quanti!”.
Marsicano è consapevole che la sua detenzione avrà una fine e per questo sottolinea l’importanza che chi è fuori continui a seguire la sua “linea” di comando. Altrimenti, una volta libero, sarà pronto a vendicarsi:
“Se volete seguire la mia linea, mantenete quella linea. Perché, se non lo fate, io quando esco… non dimenticate che io ho tutto il mio materiale ben nascosto. Non ho bisogno di nulla: con quindici colpi posso sistemare tutto!”.
“Non ti scodare che io tengo 5 o 6 croci dietro la schiena”
Per fugare ogni dubbio sulle ritorsioni che è pronto a infliggere, ribadisce: “Io li porto giù e li ammazzo tutti. Perché io comando a Pianura, e nessuno più!”.Richiama inoltre episodi illeciti del passato, ricordando al suo interlocutore:“Non dimenticare che solo io e te chiudevamo quelli là sopra, al Cannavino, dentro. Non ti scodare che io tengo 5 o 6 croci dietro la schiena non una 5 o 6. Io non dico a voi quello che ho fatto io, o frà quello che ho fatto io lo tengo dentro di me”.
Nella parte finale della conversazione, Marsicano dichiara che, una volta libero, trasformerà Pianura in una “Bagdad” e che “deve prendere quel Pino… Pino Grazioli, e spremerlo come un limone per poi buttarlo in strada”.
Il giornalista Pino Grazioli, infatti, aveva pubblicato nel luglio 2022, sui social, alcuni post relativi al ritrovamento del corpo di Andrea Covelli. Nei post, erano comparsi commenti di soggetti non identificati che attribuivano l’omicidio a membri del gruppo Marsicano/Calone/Esposito.
A riguardo, Marsicano aveva commentato in maniera allusiva: “Stavolta non lo butto nella selva (campagna)”, lasciando intendere che una modalità simile fosse già stata utilizzata in precedenza. Non a caso, il corpo di Covelli era stato ritrovato proprio in un’area boschiva.
Elenco degli indagati
1) ARILLO Brigida, Napoli 42 anni (alias a’ signora)
2) BATTISTA Luca, Napoli 26 anni
3) CUFFARO Patrizio, Napoli 40 anni (detto “scantinato”);
4) D’ANNA Salvatore, Napoli 59 anni (alias il visionario);
5) DI MARIA Salvatore, Napoli 25 anni
6) ESPOSITO Giuseppina Pia, Napoli 25 anni (alias a’ chicca);
7) GAETANO Antonio, Napoli 21 anni (alias Biscotto)-
8) IORIO Rosario, Napoli 41 anni
9) LUONGO Vitale, Napoli 63 anni (alias o’ nirone);
10) MAGLIONE Rosario, Napoli 48 anni
11 MARASCO Angelo, Napoli 41 anni(alias Giovannone);
12) MARFELLA Francesco, Napoli 22 anni
13) MARSICANO ENANUELE; Napoli 27 anni
14) PULICATI Carlo, Napoli 30 anni
15) SUMMA Emanuele, Napoli 36 anni (alias piccone);
16) TITAS Christian Napoli 31 anni
Articolo pubblicato il giorno 25 Novembre 2024 - 22:17