Castellammare. Colpo di scena nella vicenda giudiziaria che riguarda l’imprenditore Adolfo Greco meglio noto come il “re del latte”. La Procura Generale di Napoli ha infatti presentato ricorso in Cassazione contro la sua assoluzione.
Assoluzione ricevuta il 3 giugno scorso dai giudici della Corte d’Appello di Napoli che aveva annullato la condanna a 8 anni di reclusione inflitta in primo grado con l’accusa di estorsione nell’ambito dell’inchiesta Olimpo.
Ma non è l’unica notizia cattiva che riguarda Greco perché la procura di Torre Annunziata ha dichiarato utilizzabili le intercettazioni dell’inchiesta sul caso Cirio, la mega lottizzazione dell’ex area industriale che si trova in via Napoli, orami quasi centro città.
Il processo più volte rinviato: è a rischio prescrizione per alcuni reati. Tra gli imputati oltre a Greco figurano la moglie Angelina Annita Rega, i due ex parlamentari di Forza Italia, Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo, l’ingegnere Antonio Elefante, progettista della mega opera edilizia e Maurizio Biondi ex commissario ad acta nominato dall’ente Provincia di Napoli.
Ma tornando al processo per estorsione a Greco va ricordato che le indagini del 2018 avevano portato al suo arresto e di una decina di persone, tra cui boss e gregari dei clan D’Alessandro e Cesarano, che da decenni si dividono dal punto di vista criminale il territorio a Castellammare di Stabia.
Greco era accusato di concorso in estorsione per due episodi. Condannato in primo grado a otto anni di carcere a novembre del 2021 ma il 3 giugno scorso è stato clamorosamente assolto “per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste”.
Ma qualche mese dopo era anche arrivato il sequestro beni perché Greco è imputato in un altro processo a Santa Maria Capua Vetere per presunti legami cnj i clan dei Casalesi.
Ora però arriva il ricorso in Cassazione della Procura generale di napoli destinata a scrivere una nuova pagina della storia giudiziaria del “re del latte”. fornitegli da Greco.
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