Un “gioco” finito in tragedia: la morte di Arcangelo Correra: un colpo di pistola alla testa, precisamente alla fronte, forse un gioco finito male, la corsa in ospedale poi il decesso.
Arcangelo Correra, 18 anni compiuti lo scorso 25 ottobre è morto così, a Napoli, nella zona dei Tribunali, in piazzetta Sedil Capuano. A sparare un ragazzo di 19 anni, Renato Caiafa, cugino della vittima, che in questura, agli agenti della Squadra mobile diretta da Giovanni Leuci, ha raccontato cosa è successo poco prima dell’alba, intorno alle 5.
Gli agenti della polizia dell’Ufficio prevenzione generale e sicurezza pubblica di Napoli, sono arrivati al pronto soccorso dell’Ospedale del Vecchio Pellegrini, quartiere Montesanto, dove poco prima era stato portato il 18enne e dove, nel giro di poco, sono arrivati molti amici e parenti del ragazzo.
Correra è arrivato già in condizioni disperate con una emorragia cerebrale che non gli ha lasciato scampo. La morte è avvenuta qualche ora dopo. In piazzetta Sedil Capuano, a terra, ancora le macchie di sangue del giovane e proiettili tra cui uno inesploso, rinvenuto in strada dalla polizia scientifica.
La pista che viene seguita è quella del gioco finito male, come testimonia anche un proiettile inesploso trovato a terra dalla scientifica. Correra – stando a quanto ricostruito – era in compagnia di altri ragazzi più o meno suoi coetanei, e che stessero maneggiando una pistola per gioco quando, per cause ancora in corso di accertamento, sarebbe partito un proiettile che ha colpito Correra alla testa.
Tra i ragazzi presenti al momento dello sparo proprio Renato Caiafa, fratello di Luigi Caiafa, cugino della vittima, 17enne ucciso a Napoli 4 anni fa durante una rapina da un poliziotto. Caiafa, insieme con un complice, aveva puntato due ragazzi a piedi tra via Duomo e via Marina, la sera del 4 ottobre 2020, ma in quel momento passavano degli agenti in borghese.
Caiafa estrasse una pistola ‘giocattolo’ ma priva del tappo rosso e uno degli agenti sparò, causandone la morte. Caiafa era in compagnia di Ciro De Tommaso, 18 anni, figlio di Gennaro De Tommaso, detto ‘Genny ‘a carogna’.
Si spara ancora in città nel giorno in cui si è tenuta una assemblea pubblica “Liberiamo Napoli dalle violenze”. Correra è il terzo ragazzo poco più che maggiorenne nel giro di una decina di giorni: Emanuele Tufano aveva solo 15 anni, in uno scontro tra gang, ha perso la vita per le coltellate ricevute all’addome, in corso Umberto, tra il 23 e il 24 ottobre scorsi.
La scorsa settimana, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, a perdere la vita è stato Santo Romano, 19enne portiere di Eccellenza, per una scarpa macchiata, ucciso da un minorenne che davanti al gip ha ammesso: “Sì, ho sparato io, ma era per difendermi”. L’ultima vittima è ora Arcangelo Correra, 18 anni appena compiuti, morto per gioco.
Aggiungere un commento su questa tragedia è il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha evidenziato l’importanza dell’educazione e del sostegno a quei giovani che vivono in contesti difficili. Il bisogno di lavorare sull’inclusione sociale e di rafforzare la videosorveglianza è una priorità per l’amministrazione, ha affermato il primo cittadino.
Reazioni e mobilitazioni sociali La morte di Correra non è un caso isolato. Triste è il bilancio che vede, in soli 17 giorni, la morte violenta di tre giovani nella città e nella provincia partenopea. Episodi che stanno alimentando paura e preoccupazione tra i cittadini e gli operatori turistici del capoluogo campano.
In questo clima di tensione, circa 300 persone hanno partecipato alla manifestazione “Liberiamo Napoli dalle violenze”, organizzata da Libera e dalla diocesi. Un richiamo forte e chiaro sulla necessità di educare e offrire un futuro dignitoso ai giovani napoletani.
In tale contesto, Gianfranco Wurzburger, presidente di Asso.gio.ca, ha lanciato l’allarme sulla facilità con cui si può acquisire un’arma: persino una scacciacani può diventare letale con poche modifiche. Appelli dal mondo politico e sociale La morte di Arcangelo Correra, insieme a quella di altri giovani recentemente, ha incitato una pioggia di richieste di interventi concreti da parte del governo.
Angelo Bonelli di Europa Verde ha chiesto dove fosse Matteo Piantedosi, ribadendo la necessità di piani straordinari di prevenzione e sostegno, oltre che di presenza sul territorio. Critiche dure arrivano anche da Fratelli d’Italia e dalla Lega, dove il senatore Gianluca Cantalamessa promette rapide risposte per fronteggiare questa emergenza.
Infine, anche il rapper napoletano Geolier ha espresso il suo dolore sui social media, osservando come la sua amata Napoli si stia umiliando a causa di tali episodi di violenza, lanciando un appello affinché si ponga fine a questa spirale di sangue.
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