Sono complessivamente 12 le persone legate al gruppo del boss Nicola Rullo ‘o nfamone, ancora latitante) che hanno partecipato al sequestro di persona e alle violenze fisiche nei confronti di un giovane commerciante di Poggioreale e di suo padre. In undici sono in carcere o agli arresti in casa (tra cui 3 donne)
L’aggressione, avvenuta a scopo estorsivo per un presunto debito di 365mila euro, è durata circa 12 ore.La vittima, un 26enne, è stata picchiata selvaggiamente con mazze da baseball e un sasso, subendo un vero e proprio calvario. Il sequestro è scaturito da un debito contratto con un socio in affari, fidanzato con la nipote di Rullo.
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Grazie alla denuncia del padre e a un’indagine fulminea della Squadra Mobile, i poliziotti sono risaliti all’appartamento dove si era consumato il pestaggio. Qui hanno trovato tracce del crimine e hanno identificato i responsabili.
Le indagini hanno svelato un’organizzazione ben strutturata: alcuni membri del gruppo hanno tenuto d’occhio la zona, altri hanno partecipato attivamente alle violenze, mentre altri ancora hanno nascosto la vittima e l’hanno portata in ospedale.
Un elemento inquietante è emerso dalle testimonianze: la vicina di casa ha riferito di aver visto altri giovani uscire dallo stesso appartamento con segni di percosse, suggerendo che questo tipo di azioni potrebbero essere state commesse in passato.
Gli arrestati sono accusati di sequestro di persona, lesioni aggravate e associazione a delinquere. Le indagini sono ancora in corso per accertare eventuali collegamenti con altri episodi simili.
Il sequestro e le violenze nascono quindi da un d presunto debito di 365mila euro contratto dal giovane con Marcello Madonna, suo socio nella compravendita di auto usate- come riporta Il Roma in edicola- fidanzato con la nipote (estranea alla vicenda) del ras “o’ nfamone”.
“Ma hai capito con chi hai il problema? Con Nicola Rullo. Dove stanno i soldi miei? Tu non arrivi a stasera”. Queste le parole e le minacce rivolte da Marcello Madonna al giovane. E da quel momento iniziarono le violenze con una prima martellata. Poi continue percosse con una mazza da baseball e infine un colpo con un sasso riducendolo in stato comatoso su un balconcino dell’abitazione.
Poi il gruppo criminale prelevò anche il padre della vittima portandolo nella casa davanti al figlio agonizzante. Pure lui fu malmenato e minacciato di essere ucciso insieme al figlio se non avessero restituito il debito che era in verità di poco più di 100mila euro. Ma loro ne pretendevano 365mila.
Dopo essere stato picchiato l’uomo fu liberato perchè avrebbe dovuto prelevare i soldi per ottenere la liberazione del figlio. Ma l’uomo andò in questura a denunciare tutto. Scattarono le indagini e il blitz nell’apprtamento di via Nuova del Campo dove la polizia trovò le tracce di sangue.
Ma del gruppo e del giovane sequestrato non vi era più traccia. Erano scappati a Castel Volturno a casa di un complice. Il ragazzo fu liberato dopo 12 ore e abbandonato ferito davanti all’ospedale fatebenefratelli.
Il resto è storia nota con gli arresti un due momenti diversi di tutti i componeti del gruppo tranne il boss Nicola Rullo che continua ad essere uccel di bosco.
Nella vicenda Carrino, Reginella e Cappello, come scrive sempre Il Roma, avrebbero avuto il ruolo di vedette; Di Maio avrebbe ordinato alla madre di ripulire la stanza e fece da staffetta alla Panda su cui viaggiava il 26enne dopo il pestaggio; Maria Rullo lo avrebbe tenuto in ostaggio a Castel Volturno prima del trasporto all’ospedale “Fatebenefratelli”.
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