Accolto con grande entusiasmo Walter Veltroni al Teatro Karol di Castellammare di Stabia. Nel tardo pomeriggio del 15 ottobre scorso, il pubblico stabiese ha potuto ammirarne le doti di fine intellettuale e la spiccata umanità, grazie alla rassegna letteraria “Platealmente dal libro alla scena”, realizzata da Casa del Contemporaneo ed a cura del Giornalista e Professore Pierluigi Fiorenza.
Ad intrattenerlo sul palco non solo il Fiorenza, che ha amabilmente conversato con lui su temi letterari, affrontando altresì quelli relativi all’attuale situazione della società, anche l’attrice stabiese Federica Citarella, a cui è stata affidata la lettura di alcuni brani del libro giallo recentemente pubblicato dal Veltroni: “ Il commissario Buonvino e il circo insanguinato”, edito da Marsilio e protagonista del secondo appuntamento della rassegna.
Il commissario Buonvino è già noto ai lettori, in particolare agli appassionati del giallo poiché, questo ambientato al circo, rappresenta il quinto episodio di una serie a lui dedicata dall’autore, nell’ambito della produzione letteraria di questo genere.
L’ultimo capitolo presentato al Karol, narra la vicenda di Manuelita, esperta acrobata e figlia del direttore di scena della compagnia circense, installatasi a Roma nel periodo natalizio presso il Parco dei Daini. In quel tragico spettacolo, al quale assiste anche il commissario Buonvino, Manuelita perde la vita durante una complessa acrobazia. La giovane, infatti, per una sfortunata fatalità precipita nell’unico punto non protetto dalla rete.
Per deformazione professionale, ma anche per esperienza, Buonvino si convince che dietro il drammatico caso si nasconde altro. Tra i membri di quella che sembra un’ affiatata famiglia di artisti si celano infatti sentimenti di invidia ed odio, che avvalorano i suoi sospetti ai fini dell’indagine.
La figura del Commissario Buonvino, la scelta del circo, nonché l’ambientazione romana offrono spunti di riflessione sui quali il prestigioso ospite, durante l’incontro, si è soffermato in modo puntuale ed accorato, lasciando scorrere i ricordi della sua infanzia ed evidenziando le note dolenti della società attuale, nonchè il progressivo triste allontanamento dalla realtà in cui tutto è manipolabile.
L’intelligenza artificiale con il suo sviluppo incontrollato, la banalizzazione del linguaggio che ha finito per impoverire la capacità di espressione della gente, sempre più attratta dall’uso ripetuto e costante di neologismi che nulla hanno a che fare con l’attitudine ad interpretare i sentimenti, propria della nostra lingua, il dominio dei social che incoraggia alla solitudine chi è in cerca di consensi – peraltro rumorosa poiché assecondata dalla quantità di like conquistata – che ammazza le relazioni amicali, pubbliche, sociali, e conduce verso la falsa idea di libertà di una collettività solo apparentemente in movimento, la gentilezza che sfugge sempre più alla connotazione di virtù, assumendo il ruolo di una preziosa trasgressione nel nostro tempo invaso dall’odio, dal rancore, dalla scortesia – non a caso il commissario Buonvino è una persona gentile, che non erge muri, tende la mano, ha fiducia negli altri, ma che è tristemente sottostimato persino sul luogo di lavoro; questi, dunque, i temi scottanti sui quali si è espresso Walter Veltroni, offrendo anche il racconto di episodi legati alla sua esperienza, o dedotti dalla realtà quotidiana, attirando la viva attenzione di un pubblico interessato e visibilmente affascinato dal suo stile e dai contenuti proposti.
L’incontro si è svolto alla presenza del sindaco Luigi Vicinanza, legato a Veltroni da una consolidata e lunga amicizia, che dopo un affettuoso abbraccio, ha colto l’occasione per esprimergli la sua infinita stima, evidenziandone lo spessore intellettuale che lo ha consacrato eccellente politico, e lo ha definito – simpaticamente ispirato dal cognome del suo personaggio letterario – “il migliore distillato della politica italiana”.
“Buonvino e il circo insaguinato” si annuncia come giallo, ma è altresì un romanzo psicologico e perciò un piacevole intrattenimento lungo 194 pagine in cui poter approfondire non solo l’indagine, ma le perculiarità di un commissario al di là dell’ordinario. Buonvino, che rivela fragilità – ma che da queste è fortificato – ha uno sguardo positivo sul mondo circostante, è mosso da valide intuizioni, è incline ad esplorare l’animo umano in modo profondo, valuta i sentimenti, le paure e le speranze della gente perché sono le stesse che lo inquietano.
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Interessante presentazione di Walter Veltroni al Teatro Karol, sembra che abbia coinvolto il pubblico in modo appassionato.