Poggiomarino. Le elezioni comunali del settembre 2020 sarebbe state condizionate dal clan del boss (ora collaboratore di giustizia) Rosario Giugliano detto ‘o minorenne.
Secondo quanto emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, il clan camorristico Giugliano, attraverso un suo esponente di spicco e in accordo con gli indagati, avrebbe promesso l’erogazione di denaro proveniente dall’affidamento di appalti pubblici per condizionare le preferenze di voto e far eleggere Maurizio Falanga sindaco di Poggiomarino alle elezioni del 20 e 21 settembre 2020.
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Il noto avvocato civilista a capo di una colazione di centro destra ((Rialziamo la Testa, Cambiamo Insieme, Fare civico) con Fratelli d’Italia, Forza Italia e Unione di Centro) fu eletto con il 57,9% de consensi.
Le accuse del boss pentito Rosario Giugliano
A dicembre scorso il boss pentito Rosario Giugliano (arrestato nell’ambito di un’inchiesta sul tarffico di droga tra Poggiomarino e Nocera Inferiore) aveva parlato con i magistrati della Dda spiegando di aver partecipato alle elezioni comunali attraverso la richiesta di voti, attività di attacchinaggio e promozione di alcuni candidati.
E stamane sono stati sottoposti agli arresti domiciliari il sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga e il vicesindaco Luigi Belcuore, e Franco Carillo l’uomo che per i pm ha fatto da ‘cerniera’ tra la politica e i clan. Per un quarto indagato il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare. Il reato ipotizzato è scambio elettorale politico-mafioso.
In occasione delle elezioni comunali del 2020 secondo gli inquirenti il clan capeggiato da Giugliano si sarebbe adoperato per far eleggere sindaco Falanga “esautorando potenziali candidati” avversari, facendo confluire i voti degli affiliati e imponendo “sulla cittadinanza locale delle condizioni d’intimidazione e di assoggettamento”.
Il ruolo dell’imprenditore Franco Carillo
Franco Carillo, che aveva fatto anche candidare la sorella, invece, avrebbe ricoperto il ruolo di ufficiale di collegamento tra la politica e il boss Rosario Giugliano, all’epoca dei fatti appena scarcerato, e anche di garante degli accordi presi assicurando con la vittoria delle elezioni al primo turno una quota degli appalti alla camorra e assunzioni nelle ditte a cui sarebbero andati, tra cui quelli per la metanizzazione, la ristrutturazione e gestione del cimitero.
Più volte, secondo quanto documentato dai carabinieri, Carillo ha incontrato il boss (che era in regime di libertà vigilata), per il giudice e la Dda “fungendo da emissario per conto del sindaco Falanga e del vice Belcuore”
Articolo pubblicato il giorno 21 Ottobre 2024 - 09:26
Che situazione triste, speriamo che la giustizia faccia il suo corso.
Una vicenda veramente preoccupante, speriamo che vengano fatti giustizia e che situazioni del genere non si verifichino più.