Negli ultimi anni, TikTok ha rapidamente guadagnato popolarità in tutto il mondo, diventando una piattaforma di riferimento per milioni di utenti. Tuttavia, non tutti i contenuti che spopolano sulla piattaforma sono innocui o divertenti.
In Italia, in particolare, il social cinese sembra essere diventato il palcoscenico ideale per la diffusione di una nuova immagine della criminalità organizzata, specialmente della Camorra.
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Che trova in TikTok una vetrina perfetta per promuovere una cultura di illegalità, violenza e ignoranza, trasformando i guappi in figure seducenti, quasi mitologiche, per i giovani spettatori.
Mai prima d’ora la camorra era stata ritratta in una luce così accattivante e popolare come su TikTok. Nemmeno la celebre serie televisiva “Gomorra”, basata sul libro di Roberto Saviano, era riuscita a rendere così “attraente” l’immagine dei camorristi. La serie offriva una visione dura e cruda della vita criminale, ma TikTok, con la sua capacità di veicolare contenuti in modo rapido, visivo e spesso senza filtri, ha fatto sì che i guappi si trasformassero in idoli per molti giovani.
Ciò che rende TikTok così pericoloso in questo contesto è la mancanza di un vero contrasto preventivo alla diffusione di contenuti illegali o inappropriati. La piattaforma, che ha conquistato milioni di utenti grazie alla sua interfaccia semplice e coinvolgente, non ha attuato adeguate politiche per arginare la proliferazione di contenuti che promuovono la criminalità, la violenza o comportamenti illegali. Al contrario, TikTok sembra aver favorito l’illegalità, permettendo la diffusione di fake news, sfide pericolose e contenuti volgari.
La piattaforma ha spesso messo a tacere o ignorato le segnalazioni di contenuti illeciti da parte di utenti legittimi o fonti di informazione locali e nazionali. Chi cerca di denunciare o segnalare contenuti criminali o dannosi si trova di fronte a una barriera insormontabile: le loro segnalazioni vengono ignorate, mentre i criminali continuano a prosperare online. In questo clima, i guappi e i truffatori trovano uno spazio fertile per promuovere il loro stile di vita, diventando veri e propri fenomeni virali.
Personaggi come “Rita di Napoli” o il famigerato “venditore di auto spompate” sono diventati esempi emblematici di come la criminalità possa essere romanticizzata su TikTok. Questi individui, che nella vita reale rappresentano l’opposto di modelli di comportamento virtuosi, vengono venerati e seguiti da migliaia di giovani che vedono in loro delle figure carismatiche.
La camorra, che per anni è stata associata a violenza e degrado, si trasforma, su TikTok, in una sorta di “brand” che seduce i più giovani con la sua aura di ribellione e potere.
In risposta alle crescenti critiche, TikTok ha tentato di ripulire la propria immagine lanciando collaborazioni con le forze dell’ordine e chiudendo profili legati ad attività illegali. Tuttavia, queste misure si sono dimostrate ampiamente inefficaci. Molti dei profili chiusi appartenevano a utenti inattivi da tempo, mentre i guappi e gli altri criminali trovano modi semplici per aggirare queste restrizioni, ricreando nuovi profili in poco tempo. Le misure di contrasto sono labili, e TikTok non sembra essere in grado di fare una vera distinzione tra contenuti leciti e illeciti, finendo spesso per mettere tutto “in un unico calderone”.
Un esempio lampante di questa mancanza di distinzione è la gestione delle segnalazioni. Anche quando un utente segnala pubblicamente un contenuto illegale, è improbabile che la segnalazione venga presa sul serio. TikTok, infatti, non ha implementato un sistema adeguato per dare priorità a segnalazioni di questo tipo, dimostrando una certa indifferenza verso le problematiche legate alla diffusione di contenuti criminali.
Il problema di TikTok e della sua relazione con la criminalità organizzata rappresenta una sfida per l’intera società italiana. Da un lato, c’è la necessità di regolamentare e controllare in modo più stringente la piattaforma per impedire che diventi un rifugio sicuro per i criminali. Dall’altro, esiste una questione culturale più profonda: la fascinazione per la criminalità che TikTok riesce a alimentare.
TikTok ha aperto una finestra digitale sulla camorra che nessun altro mezzo di comunicazione era riuscito a fare. L’effetto, però, è devastante: giovani influenzabili che si avvicinano a modelli di comportamento sbagliati, spacciati per “cool” o “ribelli”. È un fenomeno che va monitorato e affrontato con misure decise, se si vuole evitare che la piattaforma continui a essere il miglior amico della camorra.
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Interessante analisi su TikTok e la sua relazione con la criminalità organizzata in Italia. Speriamo che vengano prese misure concrete per contrastare questo fenomeno.