Paul Pogba
Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna ha confermato la violazione delle norme antidoping da parte di Paul Pogba, centrocampista francese della Juventus, riducendo però il periodo di squalifica da quattro anni a 18 mesi. Lo ha annunciato oggi lo stesso TAS, che ha accolto parzialmente il ricorso presentato dal giocatore, annullando anche la multa di 5.000 euro precedentemente imposta.
La squalifica di Pogba, inizialmente decisa dal Tribunale Nazionale Antidoping della Nado Italia lo scorso 28 febbraio, era stata emessa dopo che il calciatore era risultato positivo ai “metaboliti non endogeni del testosterone” durante un controllo antidoping effettuato al termine della partita di Serie A tra Juventus e Udinese, il 20 agosto 2023. La sospensione ufficiale era partita l’11 settembre dello stesso anno, con una sanzione che inizialmente prevedeva un lungo stop di quattro anni.
Il TAS, tuttavia, ha basato la sua decisione di riduzione della pena sulle prove e sulle argomentazioni legali fornite dalla difesa di Pogba. Secondo quanto comunicato, è stato dimostrato che l’assunzione della sostanza incriminata non era intenzionale, ma frutto di un errore legato all’uso di un integratore prescritto da un medico in Florida. Pogba stesso ha ammesso una certa responsabilità, richiedendo una sanzione ridotta di 12 mesi, ma non ha cercato di dimostrare totale assenza di colpa o negligenza.
Grazie alla riduzione della squalifica a 18 mesi, Pogba potrà tornare a giocare regolarmente a partire da marzo 2025. Il caso ha attirato grande attenzione mediatica, non solo per la statura sportiva del giocatore, ma anche per la complessità legale del ricorso. Pogba, che oggi ha 31 anni, ha trovato il sostegno di diversi esperti nel corso del procedimento e molte delle prove presentate dalla sua difesa non sono state contestate.
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