foto archivio
In quaranta piazze italiane, da nord a sud, si sono svolte iniziative, manifestazioni e flash mob per protestare contro i bassi salari e il dilagante precariato nel settore dell’Istruzione. L’evento, organizzato dalla Flc Cgil, ha coinvolto scuola, università, ricerca, accademie e conservatori.
A Roma, i manifestanti si sono riuniti davanti al Ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, dove uno striscione riportava la scritta: “Valditara bocciato”.
“I fatti, i numeri e le dichiarazioni smentiscono la retorica del Merito”, hanno dichiarato i manifestanti al megafono, riferendosi al nome del ministero, “dell’Istruzione e del Merito”.
Alcuni partecipanti, vestiti in costume per Halloween, esponevano cartelli ironici: una docente precaria travestita da strega portava un messaggio che recitava: “Dolcetto o scherzetto. Solo scherzi pessimi nella manovra. Tagli e blocco del turnover”.
Secondo i manifestanti, la giornata di protesta è solo l’inizio, in vista dello sciopero generale previsto per il 29 novembre. In piazza anche alcuni parlamentari di opposizione, come Elisabetta Piccolotti (Avs), che ha dichiarato: “Dell’istruzione al governo non importa nulla, ecco perché siamo qui”. Irene Manzi (Pd) ha aggiunto che per la prima volta dal 2008 verranno tagliati 5.660 docenti e oltre 2.000 posti amministrativi.
Tra le bandiere della Flc Cgil spiccavano quelle delle associazioni studentesche come Uds, Udu, Rete degli studenti medi, Link e una della Palestina. Alcuni manifestanti hanno posizionato delle zucche sulle scale del ministero e sfoggiavano costumi da streghe e dinosauri. Un cartello mostrava il volto del ministro Valditara su un meteorite diretto verso i dinosauri, simbolo della “estinzione” della scuola pubblica.
In altre città, la protesta ha assunto connotazioni diverse: a Udine pensionati e lavoratori hanno manifestato per il potere d’acquisto di pensioni e salari e per maggiori investimenti nella sanità pubblica e nell’assistenza. A Palermo, un sit-in davanti alla Prefettura ha evidenziato le emergenze salariali, il precariato, il dimensionamento scolastico e l’autonomia differenziata.
A Napoli, la manifestazione si è conclusa con un incontro tra rappresentanti sindacali e il direttore dell’Ufficio scolastico regionale. Anche a Torino e in Abruzzo si sono tenute numerose manifestazioni. Tuttavia, i primi dati di adesione allo sciopero sembrano essere poco superiori al 3%.
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