A Pagani, in un’officina clandestina nascosta tra le mura di un capannone industriale, i poliziotti hanno scoperto una vera e propria fabbrica del crimine. Attrezzi da lavoro sparsi, vernici sgocciolate e pezzi di auto scombinati componevano un quadro inquietante.
I meccanici, colti in flagrante, erano intenti a sostituire telai e targhe di furgoni rubati, cancellandone ogni traccia e ribattezzandoli con nuove identità. Ogni veicolo, una volta uscito da quella officina, sarebbe diventato un enigma impossibile da risolvere, un fantasma pronto a svanire nel nulla.
A Sarno, in un garage nascosto tra le viuzze del centro storico, i carabinieri hanno sorpreso due uomini intenti a smontare metodicamente due auto rubate pochi giorni prima a Vietri sul Mare e Pontecagnano. Le auto, ancora sporche di fango e con i vetri infranti, testimoniavano la fretta con cui erano state portate via dai loro legittimi proprietari.
Un’indagine certosina, coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore, ha permesso di ricostruire le modalità operative delle due organizzazioni criminali, collegate tra loro da un unico obiettivo: il lucroso business del riciclaggio di auto rubate. Le indagini, durate mesi, hanno portato al sequestro di numerosi veicoli, tra cui auto di lusso, furgoni e utilitarie, tutti destinati a una nuova vita, lontani dalle loro origini.
Quattro arresti hanno messo fine all’attività criminale, ma l’ombra del riciclaggio continua a incombe sul territorio. Le forze dell’ordine restano vigili, pronte a sferrare nuovi colpi contro un fenomeno che continua a mietere vittime tra gli automobilisti.
Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2024 - 12:55