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Napoli, i narcos della droga utilizzavano i nomi delle squadre di calcio per indicare le forze dell’ordine

Con Milan si indicavano i carabinieri, con Lazio la Polizia e con Parma la Guardia di Finanza. Il custode della droga veniva convocato via telefono con un colpo di tosse

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Erano molto cauti nelle comunicazioni i componenti dei due gruppi di trafficanti di droga, uno di Napoli, legato al clan Contini e l’altro di Torre Annunziata,  legati al clan Gionta.

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In 15 oggi sono stati arrestati in una operazione congiunta di  Guardia di Finanza e e squadra mobile di Napoli su disposizione della Dda di Napoli contestualmente a una serie di sequestri.

Usavano, per esempio, cellulari e un linguaggio criptati, e specifiche parole per indicare le forze dell’ordine.

Per esempio utilizzavano nomi delle squadre di calcio per indicare le varie forze dell’ordine: con Milan si indicavano i carabinieri, con Lazio la Polizia e con Parma la Guardia di Finanza.

Inoltre, secondo quanto emerso dell’indagine, le convocazioni, per esempio di coloro a cui era deputato la custodia della droga potevano avvenire anche solo con un colpo di tosse al telefono.

L’indagine coordinata dalla DDA prende spunto, nel 2021, da alcune attività investigative europee durante le quali vennero acquisite delle chat emerse da un sequestro eseguito dalle autorità francesi: si tratta di comunicazioni con cellulari criptati che utilizzavano la tecnologia PGP (il crittosistema più adottato al mondo, molto vicino a quello usato a livello militare) con le quali gli indagati tenevano in piedi i contatti con i fornitori (anche internazionali).

Grazie all’individuazione di queste comunicazioni gli inquirenti sono riusciti a documentare viaggi degli indagati in provincia di Reggio Calabria, precisamente nella Locride. A Torre Annunziata una delle basi di stoccaggio della droga era stata collocata in una pizzeria, il cui titolare fu arrestato e condannato già nel 2021.

Al vertice dell’organizzazione napoletana c’erano Alessandro Corrado e Rosario De Angelis, mentre a Torre Annunziata il comando era affidato ai cognati Nino Gemignani e Giuseppe Panariello. Entrambi i gruppi operavano in modo coordinato, occupandosi di ogni fase del traffico di droga, dal rifornimento allo spaccio.

Un’organizzazione ben strutturata

L’organizzazione criminale era estremamente strutturata: ogni membro aveva un ruolo ben preciso. C’erano i corrieri, incaricati di trasportare la droga, i custodi, che nascondevano la sostanza stupefacente in luoghi sicuri, e gli intermediari, che si occupavano degli scambi e delle vendite.

I destinatari del provvedimento:

  • Alessandro Corrado, 44 anni, residente a Napoli;
  • Salvatore Scotto Di Gregorio, 45 anni, di Monteforte Irpino;
  • Cito De Liso, 35 anni, residente a Scampia;
  • Mario Criscuolo, 53 anni, residente a Nola;
  • Concetta Gelato, 58 anni, residente ai Quartieri Spagnoli;
  • Giovanni Borrelli, 72 anni, residente a Melito;
  • Nino Gemignani, 34 anni, di Torre Annunziata;
  • Giuseppe Panariello, 36 anni, residente a Torre Annunziata;
  • Orsolo Polise, 32 anni, residente a Boscoreale;
  • Antonio Guarro, 45 anni, residente a Eboli, in provincia di Salerno;
  • Antonio Di Matteo, 32 anni, residente a Napoli;
  • Pasquale Di Matteo, 21 anni, residente a Scampia;
  • Fabio Cartigiano, 45 anni, di Scampia;
  • Rosario De Angelis, 26 anni, dell’Arenaccia, noto come ‘O pipistrello;
  • Luigi Bianchini, 24 anni, di Scampia.
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Articolo pubblicato il giorno 9 Ottobre 2024 - 20:43

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