Napoli. E’ di quelli che si dice in gergo “con una spiccata capacità criminale”. Il 16enne baby killer di Pianura che il 31 agosto scorso uccise senza pietà il 18enne Gennaro Ramondino era già in carcere per avere preso parte a un tentato omicidio con il baby boss Massimiliano Santagata.
Il 16enne è un “criminale fatto” nonostante la sua giovane età. Determinato, freddo, deciso e sempre pronto e abile a usare le armi. Fu lui il pomeriggio del 31 agosto a uccidere senza pietà il loro sodale Genny Ramondino.
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Gli avevano dato appuntamento in quel basso di via Comunale a Pianura solitamente utilizzata come base di confezionamento e vendita della droga.
Tre settimane prima il baby boss Massimiliano Santagata a capo di quella che si era autodefinita per i titoli social, “la nuova paranza di Pianura” era stato arrestato insieme con altri due complici.
Il 16enne era riuscito a sfuggire alla cattura che avverrà di li a qualche giorno. Il gruppo aveva lanciato la sfida al clan del Cannavino ovvero i Carillo-Perfetto a suon di stese e attentati.
Uno di questi era stato il tentato omicidio di Luca Battista insieme con il baby boss Massimiliano Santagata. Il 16enne aveva avuto una discussione con Genny Ramondino: qualcosa non quadrava nella gestione della piazza di spaccio.
Mano alla tasca, pistola in pugno e due spari al bersaglio grosso: Genny Ramodino cade a terra privo di vita. Il gruppo con il 16enne decide di liberarsi di quel corpo ingombrante. Lo caricano in auto e lo portano in una zona di campagna al confine con Marano.
Danno fuoco alle sterpaglie cercando di rendere irriconoscibile la vittima. ma l’arrivo dei vigili del fuoco che spengono le fiamme fanno scoprire l’omicidiuo. Il resto è storia quasi del tutto nota.
Oggi la Squadra Mobile di Napoli ha notificato nel carcere di Nisida al 16 una ordinanza cautelare con l’accusa di omicidio.
Ramondino, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva intrecciato dei rapporti proprio con Santagata, a capo di una ‘paranza’ del quartiere Pianura della città. Nelle settimane precedenti, per l’omicidio del 31 agosto, era già stato sottoposto a fermo un altro indagato maggiorenne, ritenuto gravemente indiziato dei reati di favoreggiamento, occultamento e distruzione del cadavere di Ramondino e delle autovetture utilizzate per la commissione dei delitti.
Nel corso delle indagini è stata rinvenuta anche l’arma utilizzata per compiere l’omicidio, anche questa, al pari del corpo della vittima, era stata sotterrata in una zona di campagna di Pianura.
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Una storia davvero triste. Speriamo che giustizia venga fatta.
Che brutta storia, la violenza giovanile è veramente preoccupante.