Caivano, le minacce del boss: “Devono avere paura di noi, no delle guardie”. I 68 INDAGATI

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Caivano. Sono complessivamente 68 gli indagati di cui 49 finiti in carcere e uno agli arresti domiciliari: questi i numeri del blitz antidroga che ha smantellato il clan Angelino-Gallo di Caivano su disposizione del gip Ambra Cerabona.

Le indagini, durate anni, hanno portato alla luce un sistema criminale ben radicato, capace di generare mezzo milione di euro al mese grazie al traffico di droga proveniente dalla Calabria. Il clan aveva stretto forti legami con l’amministrazione comunale, infiltrandosi nelle istituzioni e minacciando i cittadini.

Le intercettazioni hanno rivelato la ferocia del clan e il clima di terrore instaurato a Caivano. Massimo Gallo, uno dei capi dell’organizzazione, ha affermato chiaramente che i cittadini dovevano temere più i killer che le forze dell’ordine : “Devono avere paura dei killer, non degli sbirri”. Questa frase sintetizza la mentalità criminale che ha caratterizzato il clan Angelino-Gallo.

La conversazione riguarda un colloquio durante il quale uno dei vertice del clan Angelino-Gallo parla del raid incendiario ai danni di un cittadino del Parco Verde di Caivano ritenuto un confidente delle forze dell’ordine.

Leggi anche: Caivano, smantellato il clan Angelino-Gallo: 50 arresti

I Carabinieri hanno trovato e sequestrato un laboratorio nel quale veniva lavorata la droga, al cui interno sono state trovate e sequestrate anche armi. Dopo il sequestro, Massimo Gallo ha ordinato una spedizione punitiva nei confronti di un residente del Parco Verde, sospettato di aver fornito la soffiata alle forze dell’ordine e al quale il clan ha distrutto l’automobile.

Come ha ricordato il comandante Paolo Leoncini, a capo del gruppo dei carabinieri di Castello di Cisterna, la piazza di spaccio del Parco Verde di Caivano non è più “la piazza più grande d’Europa”, come invece lo era tempo fa, anche se le indagini hanno consentito di scoprire che la droga fruttava mezzo milione di euro al mese per circa 25 piazze di spaccio individuate sul territorio di Caivano.

La droga arrivata dalla Calabria grazie ai contatti con le ‘ndrine di Gioia Tauro e del Nord Italia. Nel corso della conferenza stampa è stato anche ricordato che le indagini che si sono susseguite dal 2019 hanno portato alla luce i contatti del clan Angelino-Gallo con l’amministrazione comunale, inchieste che hanno portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni camorristiche.

“E’ stato fatto un lavoro intelligente e si e’ andati per step – aggiunge – il primo step e’ stato fatto nel giugno 2023 con i primi 21 arresti per estorsione”, poi l’inchiesta che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni e al commissariamento, con “altri step fatti nell’ottobre 2023”.

“Al momento possiamo dire che il clan Angelino-Gallo e’ stato decapitato. E’ la quarta volta che si interviene in un anno e mezzo su questo clan. Quindi non conosciamo in questo momento su quel territorio soggetti emergenti”.

Lo ha spiegato il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, aggiungendo che “ora sta ai cittadini di Caivano decidere da che parte stare: se voltarsi dall’altra parte rispetto al risultato di oggi e continuare a relazionarsi con la camorra o decidere che si possono fidare di noi”.

“L’Arma ha creduto in questa indagine il cui obiettivo era smantellare il clan, perche’ e’ giusto che quel territorio abbia una capacita’ di amministrazione propria. Abbiamo voluto colpire l’aggressivita’ di questa organizzazione dotata anche di armi da guerra e soprattutto bisognava colpire il loro guadagno”, ha detto invece il generale Enrico Scandone, alla guida del Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli.

“I colleghi di Castello di Cisterna hanno lavorato con i colleghi che sono sul territorio ed e’ documentato agli atti dell’indagine come l’organizzazione criminale si lamentasse del fatto che la continua presenza li aveva obbligati a cambiare le modalita’ di sviluppo del traffico di stupefacenti”.

I Carabinieri hanno trovato e sequestrato un laboratorio nel quale veniva lavorata la droga, al cui interno sono state trovate e sequestrate anche armi. Dopo il sequestro, Massimo Gallo ha ordinato una spedizione punitiva nei confronti di un residente del Parco Verde, sospettato di aver fornito la soffiata alle forze dell’ordine e al quale il clan ha distrutto l’automobile. In un’intercettazione, il capoclan chiarisce la sua posizione circa il clima di intimidazione che doveva esserci nel quartiere nei confronti dell’organizzazione crimimnale: “Devono avere paura dei killer, non degli sbirri”, dice Gallo, “come ad affermare il fatto che la consorteria criminale sentisse il territorio come proprio”, ha sottolineato il maggiore Coratza.

  1. ANGELINO Antonio, detto “Tibiuccio”, 68 anni. INDAGATO
  2. ANGELINO Luciano, 27 anni. INDAGATO
  3. ARGIENTO Umberto, 49 anni. CARCERE
  4. AVALLONE Pasquale, detto “Borghese”,47 anni CARCERE
  5. BERVICATO Massimo, detto “Chiappariello”, 52 anni CARCERE
  6. BROEGG Ettore, 51 anni CARCERE
  7. CASALINO Antonio, detto “Zio di Secondigliano”, 66 anni CARCERE
  8. CESARANO Antonio, detto “O’ Gemello”, 35 anni CARCERE
  9. CESARANO Carmine, detto “O’ Gemello”, 35 anni CARCERE
  10. CEPPARIELLO Pasqualina, 41 anni  INDAGATA
  11. CHIAVAZZO Davide, 29 anni CARCERE
  12. CIPOLLA Mario, 39 anni INDAGATO
  13. CIPOLLETTI Cosimo, 40 anni CARCERE
  14. CONTINO Antonio, detto “180”, 54 anni CARCERE
  15. CRISAFO Armando, 45 anni CARCERE
  16. CRISCI Alfonso, 29 anni INDAGATO
  17. D’ANGELO Biagio, 31 anni CARCERE
  18. D’ANGELO Francesco, detto “Francettella”,43 anni CARCERE
  19. D’ONOFRIO Antonio, detto “Tonino sc esce”, 53 anni CARCERE
  20. DE ROSA Luigi, 41 anni CARCERE
  21. DI CAPRIO Michele, detto “Michele di Maddaloni”,41 anni CARCERE
  22. DI COSTANZO Filomena, 60 anni CARCERE
  23. DI MICCO Antimo, 33 anni CARCERE
  24. DI MICCO Antonio, detto “O’ Psecca”, 53 anni CARCERE
  25. DI PAOLA Vincenzo, detto “O’ Tamarre” o “O’ Matius”, 42 anni INDAGATO
  26. DOGALI Giuseppe, 41 anni CARCERE
  27. DONADIO Antonio, 38 anni CARCERE
  28. ESPOSITO Giuseppe, detto “Pinuccio del Bar”, 52 anni CARCERE
  29. ESPOSITO Michele, detto “Moschino”, 40 anni CARCERE
  30. ESPOSITO Stefano, 33 anni CARCERE
  31. ERUBINO Nicola, detto “O’ Furmaggiaro”, 59 anni CARCERE
  32. FALCO Antonella, 49 anni CARCERE
  33. FALCO Domenico, detto “O’ Tamarro”, 78 anni ARRESTI DOMICILIARI
  34. FRONTONE Emanuele, 43 anni CARCERE
  35. GALLINARO Francesco, detto “O’ Gallinaro”, 54 anni CARCERE
  36. GALLO Ciro, 42 anni INDAGATO
  37. GALLO Massimo, detto “O’ Chiatton”, 47 anni INDAGATO
  38. PATRICELLI Vincenzo, 49 anni INDAGATO
  39. GIORDANO Giacomo, 41 anni CARCERE
  40. GIORDANO Salvatore Vincenzo, 32 anni INDAGATO
  41. GUERRA Antonio, 37 anni CARCERE
  42. IMPARATO Vincenzo, 33 anni INDAGATO
  43. LAURITANO Lorenzo, 46 anni CARCERE
  44. LEODATO Michele, detto “Michele O’ Pazz” e “A Maronn n’ e l’Arc”, 55 anni INDAGATO
  45. LEONE Francesco, 39 anni CARCERE
  46. MASSA Daniela, 37 anni CARCERE
  47. MOSTACCIUOLO Pasquale, detto “Lino o Linuccio”, 42 anni CARCERE
  48. NATALE Gianni, 30 anni CARCERE
  49. NATALE Pasquale, 24 anni INDAGATO
  50. PAGNANO Fabio, detto “O’ Pagnan”, 34 anni INDAGATO
  51. PAGNANO Francesco, detto “O’ Pagnan”,38 anni INDAGATO
  52. PALMIERI Umberto, 49 anni CARCERE
  53. PALMIERI Giuseppe, detto “Scaglietta”, 38 anni CARCERE
  54. PATRICELLI Antonio, detto “Maradona”, 33 anni CARCERE
  55. PONTICELLI Massimo, 31 anni CARCERE
  56. RAVANNI Maria Antonietta, 37 anni CARCERE
  57. RUSSO Salvatore, detto “Gargamella”, 48 anni
  58. SCARAGLIA Vincenzo, detto “Pepesce”, 45 anni CARCERE
  59. SCIARRA Rosalba, 40 anni CARCERE
  60. SENTORE Francesco, detto “Peppe Arana”, 32 anni CARCERE
  61. SOLLAMI Giuseppe, 50 anni INDAGATO
  62. TANZILLO Daniele Domenico, 41 anni CARCERE
  63. TEDESCO Antonio, 37 anni CARCERE
  64. TRAPANI Andrea, 45 anni
  65. VARACALLI Francesco, 38 anni CARCERE
  66. VARACALLI Giuseppe,40 anni CARCERE
  67. VUOLATO Patrizia, detta “A’ Mericana”, 58 anni CARCERE
  68. ZAMBELLA Raffaele, 44 anni CARCERE
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 1 Ottobre 2024 - 15:54 /  Cronache della Campania

Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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Giuseppe Del Gaudio

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