Antonio Amoroso, il killer della Duchesca
Era libero da marzo dello scorso anno nonostante una condanna a dieci anni di carcere Antonio Amoroso il killer della Duchesca arrestato ieri pomeriggio a Milano, dove era scappato, dagli agenti della squadra mobile di Napoli.
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La vittima, Luigi Procopio detto o’ ricchin,era uno zio acquisito. L’omicidio per un debito di 5 mila euro.
Antonio Amoroso, che ha 37 anni, era già stato arrestato nel 6 aprile 2022 dai carabinieri, su mandato della procura di Napoli Nord, per il tentato omicidio con arma da fuoco, avvenuto il 25 marzo 2022, ai danni della sua ex convivente, incastrato peraltro dalle immagini dei sistemi di video sorveglianza.
L’uomo, in crisi relazionale con l’ex compagna, era andato sotto la sua abitazione in sella a uno scooter con un complice aveva esploso colpi di pistola contro la donna colpendo però un’imposta dell’abitazione.
Poi dopo alcuni giorni in cui aveva fatto perdere le sue tracce si era costituito. A marzo dello scorso anno Il gip di Napoli Nord, nonostante una condanna in primo grado a dieci anni di carcere, accogliendo l’istanza del difensore Mauro Zollo, ha concesso all’imputato il beneficio degli arresti domiciliari fuori regione.
Il fratello di Antonio Amoroso, venne ucciso nel 2017 in un agguato di stampo camorristico nel corso del quale vennero esplosi oltre una decina di colpi di arma da fuoco: si chiamava Eduardo Amoroso, aveva 52 anni, e venne assassinato insieme con Salvatore Dragonetti, 44 anni, entrambi ritenuti affiliati al Clan Mazzarella e legati alla famiglia Giuliano. Il duplice omicidio si verificò in vico Pergola, nel quartiere Vicaria, di Napoli.
Il fermo del presunto killer di Luigi Procopio, l’uomo ammazzato a Napoli davanti al figlio di 11 anni, “è l’ennesima risposta a chi tende a paragonare Napoli a un Paese sudamericano, in modo dispregiativo”. Lo ha detto a Casola, a margine di un incontro con gli studenti, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.
“Io dico: intanto fatevi un giro in alcuni Paesi e città del Sudamerica e poi tornate a Napoli e rifatevi la stessa domanda. Ci sono sì fatti criminosi, anche in pieno giorno. Però c’è anche la risposta. Ci sono i risultati. Noi penso che siamo sul pezzo. Si può sempre fare di più, si può migliorare se abbiamo più tecnologie, se abbiamo più strumenti tecnologici e possiamo ancora migliorare.
Però – sottolinea Gratteri – c’è il fattore umano, ci sono investigatori di primo piano nel distretto di Napoli, c’è gente in Polizia, tra i Carabinieri e la Guardia di Finanza di altissimo livello. Io sono un filo ottimista per il futuro”
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