Vale meno di 5mila euro la vita di una persona? Purtroppo si. A leggere il decreto di fermo di Antonio Amoroso si ha una triste conferma.
Meno molto meno di 5 mila euro. Per questo è stato ucciso Luigi Procopio o’ ricchin il pomeriggio del 30 settembre scorso davanti a moglie e figli di 11 e 16 anni.
Il nipote acquisito, arrestato a Milano con documenti falsi, dopo la fuga da Napoli li aveva minacciati addirittura anche via social:”Dammi i soldi che ti ho rimasto (lasciato) perchè te lo uccido a tuo marito, io non sono Totò Riina ma mi chiamo Amoroso”.
Aveva perso la testa e si sentiva sicuro di poter minacciare i parenti che gli avevano spiegato che gran parte di quei 5mila euro erano stati restituiti alla mamma e altri erano serviti per pagare le spese dell’avvocato.
Ma lui lui, forte anche della parentela con esponenti del clan Mazzarella continuava a minacciarli nonostante fosse agli arresti domiciliari a Minturno con tanto di braccialetto elettronico.
Vi sono anche dei messaggi audio di minacce che i coniugi Procopio hanno allegato alla denuncia nei suoi confronti presentata il 6 settembre scorso. Eppure nessun provvedimento è stato preso.
Tanto che tre settimane dopo scappa dai domiciliari, elude i controlli del braccialetto elettronico, si arma e arriva a Napoli. Da appuntamento agli zii, li aspetta nell’androne del palazzo nei pressi del civico 38 alla Duchesca e senza dire niente estrae la pistola e fa fuoco: uno, due , tre quattro volte e poi quando Luigi Procopio è a terra gli da anche il colpo di grazia.
Poi rivolge l’arma verso la zia, fa fuoco, ma non la colpisce. A quel punto la sua furia omicida si è placata e decide di fuggire. Il resto è storia nota. Ora resta da risalire a tutte le persone che lo hanno aiutato.
Ovvero chi gli ha fornito la pistola, che non è stata ancora trovata, i documenti falsi, l’auto per andare a Milano e gli appoggi nel capoluogo lombardo.
Forse lo spiegherà lui stesso quando vorrà. Ma la domanda rimane la stessa: si può uccidere per qualche migliaio di euro (forse)?.
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Triste storia, la vita umana vale molto di più di qualche migliaio di euro.
Una storia davvero triste e sconvolgente. Speriamo che giustizia venga fatta per Luigi Procopio e la sua famiglia.