Lo stabilimento Jabil di Marcianise è una pentola a pressione pronta a esplodere. I 420 lavoratori, stanchi di promesse vuote e di un futuro incerto, hanno deciso di dire basta. La decisione dei delegati sindacali di boicottare l’incontro ministeriale è solo l’ultimo atto di una protesta che rischia di tramutarsi in una vera e propria rivolta sociale.
Con la chiusura dello stabilimento all’orizzonte, i lavoratori si trovano a dover affrontare un futuro segnato dalla precarietà e dall’incertezza. La sospensione del servizio mensa, gli straordinari obbligatori e la mancata erogazione del premio di risultato sono solo alcune delle difficoltà che stanno mettendo a dura prova la loro resistenza.
I delegati sindacali, portavoce delle istanze dei lavoratori, hanno ribadito con forza la necessità di un confronto diretto con Jabil e hanno respinto qualsiasi ipotesi di cessione dello stabilimento a terzi.
La loro protesta è un grido d’allarme che non può essere ignorato. Il rischio è che la situazione degeneri ulteriormente, con conseguenze sociali ed economiche pesanti per l’intera comunità.
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