Partito da piazza Garibaldi con un’atmosfera inizialmente pacifica, il corteo pro-Palestina ha rapidamente assunto connotati più conflittuali.
Gli organizzatori avevano previsto un percorso ben preciso, ma una volta raggiunto il centro storico, un gruppo di manifestanti più radicalizzati ha deciso di deviarne, dirigendosi verso zone interdette e maggiormente sorvegliate dalle forze dell’ordine.
Sventolando bandiere di movimenti di estrema sinistra e intonando cori contro la polizia e le politiche israeliane, i manifestanti hanno sfidato apertamente le autorità, cercando di sfondare i cordoni posti a protezione delle zone riservate al G7 della Difesa.
Le forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa, hanno risposto con determinazione, impiegando lacrimogeni e cariche per disperdere i manifestanti più violenti.
Gli scontri si sono concentrati in particolare in piazza Carità, dove un gruppo di manifestanti ha cercato di creare una barricata utilizzando oggetti di fortuna. La polizia ha risposto con nuove cariche, riuscendo a respingere i manifestanti e a ristabilire l’ordine.
Nonostante i tentativi delle forze dell’ordine di mantenere la situazione sotto controllo, gli scontri si sono protratti per diverse ore, con momenti di forte tensione.
Nel corso della giornata, sono stati segnalati numerosi feriti, sia tra i manifestanti che tra le forze dell’ordine. Alcuni manifestanti sono stati arrestati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.
Dopo i momenti di tensione in piazza Carità con le forze dell’ordine, i manifestanti si sono diretti nuovamente verso il centro antico, a piazza del Gesù Nuovo, lontani dalla zona interdetta al corteo perché troppo vicina a Palazzo Reale, dove sono in corso i lavori del G7 della Difesa.
I manifestanti hanno cantato cori come “polizia fascista, polizia assassina” ed espongono un cartello con la scritta “Israele Stato assassino”. Alcuni sventolano bandiere di Potere al Popolo, del Cau (Collettivo autonomo universitario) e del centro sociale Ex Opg Je so pazzo.
I manifestanti, poco dopo le 18 hanno sciolto il corteo, rivendicando quello che a loro dire è stato un successo: “Più di 2000 persone – sostengono in una dichiarazione – in piazza a Napoli hanno violato il dispositivo di sicurezza imposto dalla Questura per dire chiaramente che il G7 della guerra non è il benvenuto. Una moltitudine determinata che con chiarezza ha detto che Napoli ripudia la guerra, il genocidio del popolo palestinese: Crosetto e i ministri del G7 a Napoli non passeranno. Le vostre guerre le ricacciamo indietro”.
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Situazione davvero delicata, speriamo che si possano trovare soluzioni pacifiche