Carmelo Miano, l'hacker arrestato
Carmelo Miano, informatico siciliano arrestato l’altro giorno a Napoli per accessi informatici abusivi, ha confessato di aver usato la password di un magistrato della Procura di Napoli per accedere a materiale investigativo riservato.
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Ha riconosciuto di essere entrato nel sistema informatico del Ministero della Giustizia e ha anche offerto la sua disponibilità a collaborare con i magistrati
Poi ha spiegato di essere entrato all’interno delle mail di alcuni pm della Procura di Napoli, ma anche di Roma e di Brescia, sempre a caccia di documenti riservati, materiale di indagine top secret che ha avuto modo di gestire in un clima di monopolio.
E per questo motivo che alla fine dell’interrogatorio di garanzia, davanti al gip Enrico Campoli, il suo avvocato Gioacchino Genchi ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia per competenza territoriale.
I reati contestati sono accesso abusivo a strutture informatiche e diffusione di malware, commessi in concorso con altri tre indagati.
Miano ha confessato di aver iniziato i suoi attacchi nel 2021, riuscendo a violare anche sistemi della Guardia di Finanza e della compagnia telefonica TIM.
Dopo aver sottratto le informazioni, Miano le ha messe in vendita su un oscuro mercato online chiamato Russian Market99, un vero e proprio bazar digitale dove vengono scambiati dati rubati, password e informazioni riservate. Questo fatto ha allarmato gli investigatori, che stanno indagando su possibili collegamenti tra l’hacker e organizzazioni criminali internazionali.
Un altro aspetto inquietante emerso dalle indagini è la presenza di possibili contatti tra Miano e alcuni soggetti riconducibili ai servizi segreti. Gli investigatori hanno intercettato conversazioni sospette, ma sono ancora necessarie ulteriori verifiche per confermare questa ipotesi.
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Un caso molto preoccupante, speriamo che vengano fatti ulteriori accertamenti per capire la portata di questi attacchi informatici.