Cinque giovani di Maddaloni, in provincia di Caserta, sono indagati per aver perpetrato atti di bullismo ai danni di un loro coetaneo affetto da autismo e ritardo cognitivo.
Le violenze, durate diversi mesi, sono culminate con episodi di violenza fisica, insulti, minacce e divulgazione di immagini private della vittima.
Si tratta di 5 giovani, due dei quali sopra i 14 anni, di Maddaloni, in provincia di Caserta, destinatari di un’ordinanza di applicazione di prescrizioni emessa dal gip del Tribunale per i minorenni di Napoli, e altri 3 di età compresa tra i 12 e i 14 anni, nei confronti dei quali il questore di Caserta, Andrea Grassi ha emesso altrettanti provvedimenti di ammonimento notificati dalla Polizia.
Le indagini svolte dalla Divisione Anticrimine sono scattate a seguito della denuncia dei genitori del ragazzino e hanno permesso di ricostruire gli episodi di bullismo degli adolescenti nei confronti del loro coetaneo
I bulli, attraverso un’app di messaggistica, hanno creato un gruppo in cui hanno condiviso video e foto della vittima mentre veniva costretta a compiere atti umilianti e a pronunciare frasi offensive. In un’occasione, lo hanno addirittura costretto a spogliarsi, diffondendone le immagini.
A seguito di questi fatti, il giovane è stato costretto a seguire una terapia farmacologica per far fronte al profondo trauma subito.
I responsabili sono stati raggiunti da diverse misure cautelari: due dei maggiorenni sono stati sottoposti a un’ordinanza del Tribunale per i Minorenni di Napoli, mentre gli altri tre, minorenni, sono stati ammoniti dalla Questura di Caserta.
La possibilità di ricorrere all’istituto dell’ammonimento nei confronti di ragazzi di età compresa tra i 12 e i 14 anni è stata introdotta dal ‘Decreto Caivano’, che ha anche previsto una sanzione amministrativa nei confronti delle figure tenute alla sorveglianza del minore o all’assolvimento degli obblighi educativi. La Questura, d’intesa con i Servizi sociali del Comune di Maddaloni, ha promosso momenti e azioni di ‘attenzione’ nei confronti dei cosiddetti ‘molestatori’ e di “recupero di valori civici”.
Il caso di Maddaloni ripropone con forza il tema del bullismo, soprattutto nei confronti dei più deboli. La Questura, in collaborazione con i Servizi sociali del Comune, ha avviato percorsi di recupero per i giovani coinvolti, puntando sulla rieducazione e il reinserimento sociale.
La possibilità di ammonire i minori tra i 12 e i 14 anni è stata introdotta dal cosiddetto “Decreto Caivano”, che ha inasprito le pene per chi commette atti di bullismo e ha previsto sanzioni anche per i genitori o i tutori che non adempiono ai loro doveri educativi.
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È davvero triste leggere di comportamenti così meschini da parte di giovani così giovani. Speriamo che questa esperienza li faccia riflettere e li porti a cambiare atteggiamento.