Calcio

Addio a Johan Neeskens, fedele scudiero di Cruijff e icona del calcio totale olandese

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Il mondo del calcio dice addio a Johan Neeskens, uno dei simboli del “calcio totale” olandese e fedele compagno di battaglia di Johan Cruijff. Dopo la scomparsa del “Profeta del gol”, ora anche l’altro Johan, così amato dagli appassionati del calcio degli anni ’70, ha lasciato un vuoto incolmabile. Chi ha vissuto l’epoca d’oro degli Orange si sente oggi un po’ più solo, mentre il tempo continua inesorabilmente a portare via anche le sue leggende.

La Federcalcio olandese ha subito espresso il proprio cordoglio, definendo Neeskens “una leggenda”, riconoscendo il ruolo fondamentale che ha avuto accanto a Cruijff. Insieme, questi due campioni hanno scritto pagine indimenticabili della storia del calcio, prima nell’Ajax, poi nel Barcellona e infine con la maglia arancione della nazionale olandese. Cruijff, con il suo talento e la sua visione rivoluzionaria del gioco, era il “Papero d’oro”, l’artista in campo. Neeskens, invece, interpretava alla perfezione il concetto di polivalenza, seguendo i principi del “calcio totale” insegnati dai leggendari allenatori Rinus Michels e Stefan Kovacs.

Il loro calcio era un mix di spettacolo e vittorie, giocato con intensità, pur senza l’imposizione dei ritiri, che i giocatori olandesi ritenevano superflui. Quando i due si ritrovarono al Barcellona, Neeskens diventò per tutti “Johan Segundo”, il braccio destro di Cruijff, vincendo con i blaugrana una Coppa del Re e una Coppa delle Coppe. In nazionale, invece, era il rigorista designato, ricordato per essere stato il primo calciatore a segnare un rigore in una finale mondiale, nel 1974, contro la Germania Ovest. Quella sconfitta brucia ancora nel cuore degli olandesi, ma nella memoria collettiva rimane il ricordo indelebile degli “Orange”, protagonisti di un calcio rivoluzionario.

Cruijff e Neeskens furono spesso paragonati ai Beatles Lennon e McCartney, per il loro impatto sul calcio, mentre Beckenbauer e Müller rappresentavano l’equivalente tedesco. Ma fu il duo olandese a cambiare il volto del calcio moderno. Neeskens era un giocatore completo: polmoni d’acciaio, maestro del tackle, dotato di tecnica sopraffina e grande personalità. Un leader silenzioso, capace di giocare in più ruoli e adattarsi alle esigenze della squadra, come dimostrò reinventandosi trequartista nell’Ajax dopo la partenza di Cruijff, prima di raggiungerlo nuovamente a Barcellona, diventando un idolo del Camp Nou.

La sua polivalenza lo portò anche a ricoprire il ruolo di difensore in sostituzione di Barry Hulshoff, altro grande campione olandese scomparso prematuramente. Per molti, Neeskens incarnava la forza e la tenacia di giocatori come Alessandro Del Piero e Giorgio Chiellini, capaci di coniugare spirito combattivo e abilità tecniche, ma preferiva definirsi “un mediano difensivo capace di segnare”. Non si arrendeva mai e cercava sempre di esprimersi con eleganza in campo.

Tra coloro che lo ricordano con affetto, c’è l’attuale ct della nazionale olandese, Ronald Koeman, detto “Rambo”, che ha raccontato un aneddoto d’infanzia: “Quando da bambini giocavamo per strada, tutti volevano essere Cruijff o Van Hanegem. Io invece volevo essere Neeskens. Era il mio idolo, ammiravo il suo modo di giocare e soprattutto la sua grinta. Era il mio modello”.

Come molti grandi campioni dell’epoca, anche Neeskens concluse la sua carriera nei New York Cosmos, in quella che fu una sorta di passerella finale per le stelle del calcio mondiale. Curiosamente, però, in quell’avventura mancava Cruijff, che da anticonformista scelse altre strade, giocando per i Los Angeles Aztecs e i Washington Diplomats, evitando il glamour della Grande Mela.

Johan Neeskens lascia dietro di sé un’eredità fatta di ricordi indelebili e un esempio di dedizione e sacrificio, sia come calciatore che come allenatore, in Australia, Turchia e Sudafrica. Per tutti resterà il calciatore dai lunghi capelli che non smetteva mai di correre, che vinceva ogni tackle e che dal dischetto non falliva mai. Un’icona del calcio mondiale che, come il suo compagno di battaglie, continuerà a vivere nella memoria degli appassionati di tutto il mondo.


Articolo pubblicato il giorno 7 Ottobre 2024 - 21:37

Federica Annunziata

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Federica Annunziata

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