Gino e Salvatore Sorbillo sono due nomi che rappresentano due generazioni a confronto: al centro c’è la pizza, ma non solo lei.
Ci sono anche le mani degli artisti della pizza che dolcemente girano, stendono e condiscono la pasta.
Da oggi, le mani di Gino e Salvatore saranno unite per sempre in un calco in gesso composto da sabbia, colla e polvere di marmo che ricorda che l’arte della pizza proviene dal lavoro sapiente delle mani, ma anche dalla passione di una generazione di pizzaioli che parte dal lontano 1935 a Napoli, da casa Sorbillo, e arriva a Salvatore, figlio di Gino che di anni ne ha solo undici, ma la il fuoco dalla passione del padre Gino Sorbillo, chef rinomato nel mondo per la sua pizza.
“Qualche mese fa mi sono recata nel locale di via dei Tribunali a Napoli per incontrare Gino e Salvatore, li ho trovati nel luogo più rappresentativo della pizzeria, davanti al forno, pronti per infornare la pizza”, ha dichiarato Marcella Loffredo, l’artista che progettato e il calco delle mani di padre e figlio.
“Appena terminato l’impasto li ho coinvolti nel calco – continua Loffredo – mi sono emozionata nel vederli insieme, padre e figlio. Il calco è esposto nel loro locale e rappresenta la passione per il lavoro che viene tramandato da generazioni in generazioni.
Il mestiere che proviene dalle mani è quello che più rappresenta l’idea di un Sud Italia che vuole emergere per la sua tradizione e qualità. Questo messaggio non poteva essere lasciato inespresso. E così, è nato il calco”.
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