Otto ultras della Turris sono stati sottoposti a misure cautelari dopo gli scontri avvenuti al termine della partita Turris-Messina, disputata il 27 gennaio scorso e valida per il campionato di Lega Pro, Girone C. Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Torre del Greco, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, hanno eseguito un’ordinanza che impone agli indagati l’obbligo di dimora e la presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Gli ultras, appartenenti ai gruppi “Hijos de Barrios” e “Zona Rossa”, sono gravemente indiziati di resistenza a pubblico ufficiale pluriaggravata dal numero di partecipanti (superiore a dieci), dall’uso di armi improprie e dalla concomitanza con una manifestazione sportiva. I disordini sono esplosi al termine dell’incontro, quando, dopo il pareggio della squadra ospite, dal settore tribuna dello stadio si è verificato un lancio di bottiglie e altri oggetti sul terreno di gioco. Un gruppo di tifosi ha poi tentato di sfondare un cancello per accedere al campo, ma è stato fermato dall’intervento delle forze dell’ordine.
Durante gli scontri, un calciatore del Messina è stato colpito alla testa da un sasso, causando la sospensione della partita per alcuni minuti. Dopo il ripristino delle condizioni di sicurezza, l’incontro è ripreso e si è concluso regolarmente. Tuttavia, la tensione è salita nuovamente al termine del match: circa cinquanta ultras della Turris, armati di mazze, pietre e cinghie, hanno tentato di forzare il blocco di polizia e carabinieri predisposto per garantire l’uscita sicura dei cento tifosi del Messina.
Durante l’attacco sono state lanciate due bombe carta e due fumogeni, provocando una fitta coltre di fumo che ha favorito ulteriori atti di violenza. Le forze dell’ordine sono state costrette a intervenire con una carica di alleggerimento per disperdere il gruppo, dando il via a un secondo scontro in piazza Martiri d’Africa. La situazione è tornata alla normalità solo dopo la partenza dei tifosi ospiti, avvenuta dopo l’una di notte.
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