Con l’inizio della nuova stagione calcistica, Maurizio Sarri, ex allenatore di Juventus, Napoli e Lazio, si confessa in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. La sua voglia di tornare in panchina è palpabile, anche se la decisione dipenderà da molte variabili. “Spero di tornare prima di gennaio”, ha dichiarato Sarri, aggiungendo che il suo rientro sarà influenzato dalle offerte che riceverà, dalle motivazioni personali e dalla chiamata che riuscirà a trasmettergli maggiore adrenalina.
Nonostante l’età, il tecnico toscano non si vede alla fine della sua carriera: “Non mi vedo all’ultimo ballo. Ho ancora voglia di allenare e penso di poter dare ancora qualcosa”. Sarri ha poi confidato un sogno nel cassetto che, pur definendolo “folle”, lo intriga particolarmente: “La panchina del Boca Juniors sarebbe un bel finale. Qualche partita alla Bombonera sarebbe un’esperienza unica”.
Nel corso dell’intervista, Sarri ha anche commentato la tendenza del calcio moderno a preferire tecnici più giovani, sottolineando come, nell’ultima stagione, siano stati allenatori della sua età a vincere le tre competizioni europee: “Ancelotti in Champions League, Gasperini in Europa League e Mendilibar in Conference League. Lo stesso vale per de la Fuente, ct della Spagna campione d’Europa”.
A proposito di Cristiano Giuntoli, attuale direttore sportivo della Juventus, Sarri ha espresso grande stima, manifestando fiducia nei suoi confronti: “Giuntoli riuscirà di certo a portare la Juventus al successo. Non so dire in che tempi, ma ci riuscirà. Lo stimo molto, quindi sono certo che abbia avuto le sue ragioni per una svolta così secca”.
Quando gli è stato chiesto un commento sulle voci che lo vorrebbero sulla panchina del Milan, Sarri ha preferito evitare speculazioni: “Mi sembra brutto parlarne in questo momento, serve rispetto. Paulo Fonseca è un buon allenatore e un uomo di livello. L’ho conosciuto di persona: è all’inizio di un percorso ed è giusto che stia sereno”.
L’intervista si è conclusa con un apprezzamento per Jannik Sinner, talento del tennis italiano: “Averne gente come lui in squadra, con la sua forza mentale e la capacità di restare sempre in partita e quasi sempre vincerla. Jannik ha azzerato la superficialità e sarebbe una fortuna per qualsiasi allenatore”.
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