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Rissa tra detenute nel carcere di Secondigliano

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La situazione nel carcere di Secondigliano è esplosa in una violenta rissa tra detenute, costringendo gli agenti a intervenire e riportando feriti.

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La segretaria regionale del SAPPE, Tiziana Guacci, incolpa la chiusura del carcere di Pozzuoli, sostenendo che la decisione sia stata affrettata e abbia causato un sovraffollamento pericoloso a Secondigliano.

Un nuovo episodio di violenza ha scosso il carcere di Secondigliano. Nelle prime ore della mattinata, una rissa tra un gruppo di detenute ha mandato nel panico l’istituto penitenziario. Gli agenti di polizia penitenziaria sono dovuti intervenire per sedare la sommossa, riportando diversi feriti.

Secondo una denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la causa di questa escalation di tensione sarebbe da ricercare nella chiusura della Casa Circondariale femminile di Pozzuoli, avvenuta circa quattro mesi fa.

Le detenute trasferite a Secondigliano avrebbero così aggravato un problema di sovraffollamento già preesistente, creando un clima di tensione sempre più palpabile.

Tiziana Guacci, segretaria regionale del SAPPE per la Campania, ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione: “La chiusura di Pozzuoli è stata una decisione affrettata e immotivata.

Già a maggio avevamo segnalato i rischi di un trasferimento così massiccio di detenute, ma le nostre preoccupazioni sono state ignorate. Ora stiamo pagando le conseguenze di questa scelta scellerata.”

Guacci ha inoltre sottolineato come il fenomeno del bradisismo, invocato come motivazione per la chiusura di Pozzuoli, non giustificasse una decisione così drastica e improvvisa.

“I dati scientifici disponibili dimostravano che la situazione non era così critica da richiedere un trasferimento di massa delle detenute. Si poteva agire in modo più graduale e pianificato, evitando di creare un focolaio di tensione come quello che stiamo vivendo oggi a Secondigliano.”

La rissa di questa mattina rappresenta l’ultimo di una serie di episodi che dimostrano come la situazione all’interno del carcere napoletano sia ormai insostenibile. Gli agenti di polizia penitenziaria, già provati da un carico di lavoro eccessivo, si trovano a operare in condizioni sempre più difficili, esposti a rischi continui per la loro incolumità.

Il SAPPE chiede con urgenza un intervento deciso da parte delle istituzioni per risolvere questa emergenza. È necessario trovare una soluzione rapida e duratura al problema del sovraffollamento, garantendo al contempo la sicurezza degli agenti e delle detenute.


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