“I film e le serie TV spesso celebrano i boss mafiosi potenti, ma noi, a modo nostro, continuiamo a ricordare Giancarlo Siani, Annalisa Durante e tutte le altre vittime, raccontando le mafie dal punto di vista dei vinti”.
Queste sono le parole di Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985 a Napoli. Oggi, a Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, è stata inaugurata la Sala della Memoria, che per due anni ospiterà la Mehari verde – l’auto in cui Giancarlo Siani fu ucciso – e tutto il materiale esposto precedentemente al PAN, attualmente in ristrutturazione.
“Adesso – ha continuato Paolo Siani – c’è una narrazione costante che esalta i boss, facendoli apparire grandi, forti, quasi invincibili. Noi, al contrario, possiamo solo narrare le storie delle mafie dalla prospettiva delle vittime, mantenendo viva la memoria. Possiamo raccontare le vicende di Giancarlo Siani, di Annalisa Durante e di tante altre vittime innocenti, spesso sconosciute ai giovani. Oggi affidiamo Giancarlo e tutte le altre vittime a San Giorgio a Cremano.”
Alla cerimonia ha partecipato anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari: “Desidero ricordare Siani, perché abbiamo bisogno di vivere in un contesto di legalità, evitando ambiguità e preferendo chiarezza. Lui è un simbolo, non si arrese alla paura. Il suo timore ha generato una nuova coscienza e rimane un eroe del nostro tempo, nonostante siano passati quasi 40 anni”.
Il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, ha sottolineato: “È importante per noi avere questo simbolo di legalità nella nostra città. Abbiamo collaborato intensamente con la Fondazione Polis e continueremo a lavorare con i giovani”.
Per il sottosegretario Tullio Ferrante, la Mehari di Giancarlo Siani rappresenta “un baluardo essenziale per chi crede nella lotta contro le mafie”.
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