Colpo di scena al processo d’appello che si è svolto ieri mattina, coinvolgendo nuovamente capi e gregari del clan Silenzio di San Giovanni a Teduccio: il boss Francesco Silenzio, assolto in primo grado, è stato dichiarato colpevole dell’omicidio di Annamaria Palmieri, conosciuta come “Nino D’Angelo”, uccisa nel Bronx nel 2018.
Nonostante la condanna, la pena per il boss dell’area est di Napoli non è cambiata: 20 anni di reclusione, grazie al rito abbreviato scelto in precedenza e all’assenza dell’aggravante per motivi futili e abietti. La Corte ha confermato il verdetto precedente, con alcune modifiche concordate.
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Il 18 novembre 2022, il giudice Fabio Lombardo aveva assolto Francesco Silenzio dall’accusa di omicidio di Annamaria Palmieri, parente e ex alleata, divenuta poi sua acerrima nemica per la sua fedeltà al clan Formicola.
L’accusa si basava sulle rivelazioni del collaboratore di giustizia Antonio Costabile, detto “‘o cerrano”, che aveva gettato luce sull’agguato in cui la donna perse la vita dopo aver favorito Assunta Formicola, ex moglie di Silenzio, in una questione privata.
Tuttavia, il giudice non aveva ritenuto convincenti le ricostruzioni dell’accusa e aveva accolto le argomentazioni difensive, basate anche su una consulenza balistica, che smontavano le dichiarazioni di Costabile e di altri sette pentiti. Per questo, Silenzio
era stato assolto in primo grado dall’accusa di omicidio, perché “il fatto non sussiste”. Tuttavia, ieri la situazione è cambiata con la nuova condanna.In primo grado, Francesco Silenzio aveva già ricevuto una condanna a 20 anni per associazione a delinquere (in qualità di capo e promotore) e traffico di droga.
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