“Napoli, conserva l’entusiasmo di lottare per una città più giusta e pacifica, in cui il malaffare, a qualsiasi livello, possa cedere il posto ad una cultura del bene”.
E’ uno dei passaggi dell’omelia dell’arcivescovo partenopeo, don Mimmo Battaglia, pronunciata dall’altare della cattedrale per le celebrazioni della festività di San Gennaro, patrono della città. ”
Sono convinto davvero che – ha aggiunto – il miracolo della nostra città, la sua forza più grande e forse quella che apprezza di più il nostro Santo patrono sia proprio la bellezza della fragilità e di chi di essa si prende cura. Il miracolo della fragilità, il miracolo della cura, della tenerezza, del vivere l’uno con l’altro, l’uno per l’altro miracolo che sorregge Napoli e da cui tutti dobbiamo ripartire”.
“Credo che il nostro San Gennaro oggi stia a dirci proprio questo, la necessità di ripartire da chi cura, da chi spera operando pace e giustizia, dai gesti feriali, quotidiani, dalle piccole cose che contano, dalle scelte discrete e invisibili che però danno vita ad autentiche rivoluzioni sociali.
Napoli, mia amata città – ha detto ancora monsignor Battaglia – ricorda sempre di custodire con tutta te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano e che reggono ogni giorno la tua speranza e la tua fiducia.
Riparti dall’esperienza di chi fa della cura la sua scelta di vita, evitando di girarsi dall’altra parte rispondendo all’appello che il volto dell’altro esprime, sia esso quello di un familiare, di un amico, di un bambino di strada o di un migrante.
Riparti da una politica che diventa davvero scelta d’amore per il bene comune quando si diventa capaci di stringere la mano all’avversario e fare con lui un pezzo di strada pur conquistare un ulteriore pezzo di umanità e solidarietà per chi rischia di restare indietro”.
“Riparti – ha detto ancora il presule – dalla solidarietà autentica, dal riconoscimento spontaneo della fraternità innata che lega gli agli altri e che da sempre è decantata nel mondo come la tua perla preziosa, il tuo tesoro più grande: non dimenticare mai la potenza di una mano tesa, la forza guaritrice di un sorriso accogliente, la grandezza dello schierarsi per chi ha bisogno, senza chiedergli nessun patentino se non quello del suo essere figlio di questa umanità”, ha concluso Battaglia.
Articolo pubblicato il giorno 19 Settembre 2024 - 13:16 / di Cronache della Campania