La Corte d’Appello di Napoli ha condannato due medici coinvolti nell’indagine sui “furbetti del cartellino” all’ospedale Loreto Mare di Napoli.
I medici, che avevano ruoli dirigenziali e rispettivamente 64 e 67 anni al momento dei fatti, erano inizialmente stati prosciolti in primo grado per prescrizione.
Tuttavia, la Corte d’Appello ha ritenuto che il calcolo della prescrizione non aveva considerato una sospensione delle udienze di 6 mesi e 26 giorni (dal 23 febbraio al 21 settembre 2018), portando così alla loro condanna.
I medici sono stati accusati di aver violato il contratto di esclusività con l’ospedale, svolgendo attività esterne senza comunicarlo, inducendo in errore l’amministrazione sulla loro totale dedizione al lavoro e percependo indebitamente indennità.
La Corte ha stabilito che hanno ottenuto un “ingiusto profitto” di oltre 126mila euro e quasi 34mila euro rispettivamente, poiché erano obbligati a esercitare la professione solo all’interno dell’ospedale.
Invece, si allontanavano per varie commissioni e persino per giocare a tennis, documentato anche un incontro con il titolare di un altro centro diagnostico.
Dopo la sentenza di primo grado del 30 novembre 2022, l’Asl Napoli 1 Centro, rappresentata dall’avvocato Gennaro De Falco, ha presentato appello.
La terza sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, presieduta dal giudice Loredana Di Girolamo, ha condannato i due medici a un risarcimento complessivo di oltre 160mila euro all’Asl e al pagamento delle spese legali di entrambi i gradi di giudizio.
Articolo pubblicato il giorno 14 Settembre 2024 - 19:12