È morto Pasquale Gaeta, noto come il ‘santone’ della comunità Qneud (Questa non è una democrazia), che era sotto processo a Viterbo per aver manipolato e costretto due seguaci ad atti sessuali.
Originario di Napoli e trasferitosi ad Acquapendente (Viterbo), Gaeta, 67 anni, è deceduto nella Tuscia, dove aveva vissuto fino all’ultimo giorno.
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L’indagine nei suoi confronti era iniziata grazie alla denuncia della madre di una delle presunte vittime, rappresentata dall’avvocato Vincenzo Dionisi.
Secondo la procura di Viterbo, coordinata dalla pm Paola Conti e con le indagini dei carabinieri, Gaeta avrebbe sfruttato la sua posizione per manipolare le due ragazze, promettendo di soddisfare i loro bisogni attraverso metodi che andavano oltre il normale, citando contatti con “entità invisibili” per aiutarle a trovare sé stesse.
Secondo l’accusa, Gaeta avrebbe costretto entrambe a partecipare ad atti sessuali, incluso bere la propria urina, svegliarsi di notte per eseguire esercizi da lui imposti e pagare l’affitto, tutto questo per ottenere una “purificazione dell’anima”.
Gaeta, difeso dall’avvocato Domenico Gorziglia, è morto prima che il tribunale emettesse una sentenza, portando all’estinzione del processo per la morte dell’imputato. Le accuse riguardano il periodo tra settembre 2017 e febbraio 2019.
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