La Campania continua a essere minacciata dalle illegalità ambientali che colpiscono le sue coste e il suo mare. Nel 2023 sono stati registrati 3.095 reati ambientali, secondo il nuovo report “Mare Monstrum 2024” presentato da Legambiente. L’associazione ha evidenziato che sono stati accertati 3.622 illeciti amministrativi, con una media di 14,3 violazioni per chilometro di costa. Nonostante l’intensificarsi delle azioni repressive, come dimostra l’aumento del 7% delle persone denunciate e arrestate, che hanno raggiunto quota 3.341, il fenomeno delle violazioni ambientali rimane preoccupante.
La presentazione del report arriva alla vigilia del 14esimo anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo, sindaco pescatore di Pollica, simbolo della lotta contro le illegalità e la speculazione sulle coste. Domani, ad Acciaroli, si terranno le commemorazioni in suo onore, durante le quali Legambiente consegnerà il Premio Vassallo ad amministrazioni virtuose e ribadirà l’urgenza di agire contro le illegalità ambientali.
Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente, ha sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo delle istituzioni, dai Comuni alle Regioni, passando per le ARPA, per combattere gli abusi. “È necessario intensificare la demolizione degli immobili abusivi e completare il sistema di fognature e depuratori,” ha dichiarato, ribadendo anche la necessità di sanzioni più severe contro la pesca illegale e di promuovere l’economia circolare. Il ciclo illegale del cemento, ha aggiunto Imparato, rappresenta quasi la metà dei reati ambientali in Campania, devastando il territorio e moltiplicando gli scarichi in mare degli edifici costruiti illegalmente.
Secondo il report, la Campania guida la classifica nazionale dei reati legati all’abusivismo edilizio e all’occupazione illegale del demanio marittimo. Nel 2023 sono stati accertati 1.531 reati, un aumento del 21,4% rispetto all’anno precedente, con 1.710 denunce e 332 sequestri. Le sanzioni amministrative ammontano a oltre 3 milioni di euro.
Anche il mare campano soffre gravemente per l’inquinamento causato da scarichi illegali e mala depurazione. Nonostante una leggera flessione del 2,3% rispetto al 2022, la regione mantiene il triste primato con 1.047 reati accertati, il 16% del totale nazionale. Le autorità hanno sequestrato beni per un valore di oltre 108 milioni di euro e denunciato più di 1.100 persone.
Sul fronte della pesca illegale, la Campania si posiziona a metà classifica con 533 infrazioni, lontana dalle cifre più alte di regioni come la Sicilia e la Puglia. Tuttavia, sono stati sequestrati oltre 258 tonnellate di prodotti ittici, il 60% dei quali comprende datteri e crostacei, spesso frutto di pesca illegale.
Infine, la Campania si colloca al secondo posto in Italia per infrazioni nautiche con 281 reati, un aumento del 319,4% rispetto al 2022, accompagnato da 273 denunce. Di fronte a questo scenario, Legambiente ha lanciato un pacchetto di dieci proposte mirate a contrastare gli abusi edilizi, migliorare la depurazione delle acque, gestire in maniera più efficace i rifiuti e combattere la pesca illegale. L’associazione chiede interventi urgenti per fermare l’abusivismo, potenziare i sistemi di fognature e depurazione e rafforzare le sanzioni contro chi danneggia l’ambiente.
Articolo pubblicato il giorno 4 Settembre 2024 - 11:10