Un’infermiera in servizio presso il carcere Uccella di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è stata vittima di un’aggressione da parte di alcuni detenuti. L’episodio è stato denunciato dal sindacato Fp Cgil attraverso Ciro Vettone, segretario provinciale con delega alla Sanità. “Le urla di aiuto dell’operatrice hanno attirato l’attenzione degli agenti penitenziari, che sono intervenuti in suo soccorso. La collega è stata salvata per miracolo”, ha dichiarato Vettone.
L’infermiera, che stava svolgendo il suo turno nella casa circondariale, si è trovata in grave pericolo prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Vettone ha sottolineato la drammatica situazione del carcere, dove si contano circa mille detenuti a fronte di un numero insufficiente di agenti penitenziari. “Come potrà tornare al lavoro trovando le stesse condizioni di disagio che l’hanno già messa a rischio?”, si domanda il segretario provinciale, esprimendo preoccupazione per la sicurezza degli operatori sanitari.
L’episodio di violenza non è un caso isolato: “Altri atti di aggressione hanno coinvolto il personale infermieristico anche nella Rems di Calvi Risorta, una struttura residenziale che ospita detenuti con problemi psichiatrici”, ha proseguito Vettone, evidenziando un clima di paura crescente tra gli operatori sanitari. Molti stanno richiedendo il trasferimento, mentre i nuovi assunti spesso rifiutano le assegnazioni per timore di subire violenze.
Il sindacato Fp Cgil denuncia inoltre una problematica diffusa di aggressioni nei confronti del personale medico anche fuori dagli istituti penitenziari. Tra i casi più recenti, si segnala il medico aggredito a Mondragone e l’autista del 118 colpito con un pugno dal marito di una paziente. “La radice di queste violenze è nell’estrema carenza di personale, che crea una situazione di insicurezza costante per gli operatori”, ha spiegato Vettone, ribadendo la necessità di interventi urgenti.
Articolo pubblicato il giorno 19 Settembre 2024 - 10:51