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Giuli corregge la commissione Sangiuliano sul cinema

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Dopo la paralisi dell’affaire Boccia, riprende l’attività del ministero della Cultura con il nuovo responsabile, Alessandro Giuli, che chiude il capitolo della controversa nomina della Commissione cinema, l’organismo del Mic che con i suoi esperti dovrà valutare i progetti e per l’attribuzione dei contributi pubblici “selettivi” ai film.

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Un atto che il ministro uscente, Gennaro Sangiuliano, aveva firmato poche ore prima di lasciare il ministero e che aveva provocato l’indignazione dell’opposizione in Parlamento, tanto da chiamare a riferire in Aula il nuovo ministro subito dopo il suo insediamento al Collegio Romano. Proprio domani, tuttavia, Giuli è di nuovo chiamato dal Pd a Montecitorio a riferire anche su un altro spinoso problema che riguarda il cinema: quello sul calo delle produzioni e sulle scelte messe in campo dal suo predecessore sempre in materia di tax credit.

Temi critici emersi anche in occasione della Mostra del cinema di Venezia con le pubbliche denunce, tra le altre, di Nanni Moretti e di Maura Delpero, regista del film Vermiglio che l’Italia ha designato per la corsa agli Oscar. Chiuso il G7 di Napoli, Giuli ha però rimesso mano alla composizione della Commissione, così come annunciato a Montecitorio. E cioè non un vero e proprio rimescolamento delle nomine, ma un ritocco all’insegna del riequilibrio di genere. A valle di un paio di rinunce che già erano arrivate nei giorni della bufera mediatica. Come quella dei giornalisti Francesco Specchia, inviato e critico di Libero, e di Luigi Mascheroni del Giornale. Nella nuova commissione restano molti degli esperti già individuati da Sangiuliano ma con alcune aggiunte.

In totale sono 15 i componenti della Commissione, di cui sei donne, meno della metà. Nella nuova lista resta il filosofo Stefano Zecchi. E ci sono dei riconosciuti critici cinematografici, come Valerio Caprara, come Paolo Mereghetti e come Anselma Dell’Olio, una delle principali esperte di cinema che contribuisce a quel riequilibrio di genere voluto dal ministro della Cultura. In commissione figura anche Benedetta Cicogna, compagna della storica produttrice Marina Cicogna, che insieme a Dell’Olio e a Ginella Vocca, presidente e fondatrice di MedFilm Festival, è tra i nomi di spicco del riequilibrio di genere.

In commissione siedono anche degli esperti legali: Tiziana Carpinteri, avvocata specializzata in diritto delle arti e dello spettacolo e il collega Giacomo Ciammaglichella, anche lui avvocato specializzato nella della tutela del diritto d’autore e del diritto industriale. Tra i tecnici di cinema c’è poi Pasqualino Damiani, professore a contratto esperto in Produzione e management nell’industria dell’audiovisivo; c’è Massimo Galimberti, esperto del settore e già membro, anche in passato, di alcune Commissioni cinema del ministero. E ci sono Pier Luigi Manieri, saggista e cultore della materia cinematografica e Fabio Melelli, docente e storico del cinema.

In lista figurano poi Benedetta Fiorini, che nella scorsa legislatura era parlamentare della Lega e che si occupa di relazioni istituzionali, e i giornalisti Giorgio Gandola e Mariarosa Cristina Beatrice Mancuso. Anche lui giornalista, come pure il suo predecessore, Giuli si appresta intanto a chiudere anche la pratica della sua laurea. Stando a quanto scoperto da Il Foglio, che ha sentito il suo professore Gaetano Lettieri, ordinario di Storia del cristianesimo e delle chiese a Lettere e Filosofia della Sapienza, lunedì il ministro sosterrà l’ultimo esame del corso in Filosofia, in teoria delle dottrine teologiche. Se tutto andrà come deve, la laurea potrebbe arrivare a gennaio.


Articolo pubblicato il giorno 24 Settembre 2024 - 19:28 /  Cronache della Campania


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