Sono serviti dodici anni di indagini, supportate dalle rivelazioni di tre pentiti, per portare in tribunale i responsabili dell’omicidio di Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano assassinato il 23 settembre 1985. Una vera e propria esecuzione ordinata dalla camorra, che mise fine alla vita di un ragazzo di soli 26 anni, colpevole di aver scritto troppo. Siani fu freddato sotto casa, nella sua Citroën Mehari verde, che oggi è diventata simbolo di legalità e lotta contro la mafia.
Ma perché Siani è stato ucciso? Il suo lavoro di corrispondente per Il Mattino da Torre Annunziata lo portò a scrivere un articolo che rivelava verità scomode. Il 10 giugno 1985, il cronista pubblicò un’inchiesta in cui sosteneva che il clan Nuvoletta, alleato dei Corleonesi, aveva venduto alla polizia il boss locale Valentino Gionta, un gesto che segnava la fine della guerra tra clan e una nuova redistribuzione del potere criminale nell’area vesuviana. La pubblicazione di quell’articolo fece infuriare i Nuvoletta, poiché svelava la loro soffiata alla polizia, violando il rigido “codice d’onore” mafioso.
“Quell’articolo fu la goccia che fece traboccare il vaso”, ha spiegato Adriana Maestro, presidente dell’associazione culturale Giancarlo Siani. I capi del clan, Lorenzo ed Angelo Nuvoletta, decisero quindi di eliminare il giovane cronista, dopo aver organizzato una serie di summit per decidere come e dove agire. L’omicidio, pianificato per depistare le indagini, fu eseguito lontano da Torre Annunziata. Il 23 settembre 1985, Giancarlo Siani venne assassinato mentre si trovava nella sua auto, fuori dalla sua abitazione.
Solo nel 1997, la Corte d’Assise di Napoli riuscì a individuare e condannare all’ergastolo mandanti ed esecutori dell’omicidio.
Oggi, la memoria di Giancarlo Siani continua a vivere in innumerevoli iniziative culturali, film, strade e piazze a lui dedicate. Tra i tributi più noti c’è il film Fortapasc di Marco Risi, che racconta la sua storia, ma anche eventi commemorativi che ogni anno ricordano il suo coraggio e il suo impegno. Il contest giornalistico “Giancarlo scriverebbe di…” è già partito, promosso dagli attivisti di Contro la Camorra e Radio Siani, offrendo la possibilità di vedere pubblicato un proprio articolo su tematiche legate alla criminalità organizzata o storie di riscatto sociale.
In occasione del 23 settembre, giorno dell’anniversario della sua morte, sarà inaugurata a San Giorgio a Cremano la “Sala della Mehari di Giancarlo Siani – Sala della Memoria”. Inoltre, il lungomare di Napoli ospiterà il “Torneo della Legalità”, un evento sportivo dedicato a Siani e a tutte le vittime innocenti della camorra, coinvolgendo giovani in un segno di riscatto e di speranza per il futuro.
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