Dodici dei ventisette condannati
Una mazzata giudiziaria senza precedenti ha messo fine al regno del terrore del clan De Luca Bossa-Minichini.
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Ieri, una sentenza storica emessa dal gup del Tribunale di Napoli ha condannato 27 affiliati a quasi tre secoli di carcere, infliggendo quasi tre secoli di carcere a uno dei cartelli più potenti della città.
Per anni, Ponticelli è stato prigioniero di un incubo: fiumi di droga, estorsioni, intimidazioni e omicidi hanno segnato la vita degli abitanti, costretti a vivere sotto il giogo mafioso. Ma la giustizia è arrivata, infliggendo un colpo durissimo ai boss e ai loro gregari.
L’inchiesta sul superclan De Luca Bossa-Minichini-Casella-Reale era culminata lo scorso anno con l’esecuzione di 31 misure cautelari su 55 indagati.
Tra le persone coinvolte figuravano ras, esponenti di spicco dei gruppi malavitosi e personaggi altrettanto noti, tra cui Giuseppe ed Emmanuel De Luca Bossa, Michele Minichini con la sorella Martina, Giuseppe Righetto detto “Peppe ‘o blob” e Maria D’Amico, sorella della boss Nunzia detta “’a passilona”.
Tra le condanne spiccano i 19 anni di carcere inflitti alla neo pentita Luisa De Stefano la pazzignana che solo due settimana fa in aula ha confessato la sua partecipazione, come basista, ad alcuni omicidi.
Gli accusati erano imputati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione illecita, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Le basi di spaccio, come ricorda Il Roma, scoperte erano situate in piazza De Gasperi, piazza Comunale Miranda e piazza Cozzolino lotto 10. Una di queste era gestita da Gabriella Onesto, compagna del ras Michele Minichini.
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