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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 15 Novembre 2024 - 22:17
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Asia Napoli compie 25 anni, FP CGIL: “C’è poco da festeggiare”

Il sindacato chiede un "Urgente un incontro per affrontare i temi della gestione e dell’organizzazione della società partecipata"

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Nella giornata di oggi- scrive Maria Manocchio, segretaria generale Funzione Pubblica Cgil area metropolitana di Napoli, in una richiesta di incontro al Sindaco Manfredi e all’assessore Santagada- Asia Napoli festeggerà i 25 anni dalla sua nascita e lo farà con un grande evento di piazza.

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Ci sfugge il motivo di tanta ostentazione a fronte di quello che consideriamo un fallimento in termini di ammodernamento, competitività ed efficientamento della società, che solo due anni fa sull’onda della fiducia concessa dal Socio Unico Comune di Napoli erano dichiarati obiettivi imprescindibili.

Con l’avvento dell’attuale management di ASIA NAPOLI, deputato a traghettare la società partecipata verso un assetto moderno e rivoluzionario sotto l’aspetto gestionale ed organizzativo, dobbiamo purtroppo registrare che nulla è mutato rispetto alle vecchie logiche di sistema, anzi il clima e la gestione appaiono addirittura peggiorati”.

A fronte della notevole operazione di rinforzo dell’organico, necessaria alla non più rinviabile situazione dell’invecchiamento della forza lavoro e dei numerosi pensionamenti tutt’ora in corso, e che necessita di ulteriori inserimenti di unità lavorative “non si è registrata – sottolinea la sindacalista- una spinta in termini di efficientamento e competitività dei servizi, di organizzazione operativa e di messa in sicurezza delle strutture

. Che fine ha fatto, per esempio, al netto degli annunci spot nel corso di eventi-passerella, il progetto per la costruzione dell’impianto di compostaggio di Napoli Est, punto di arrivo di una politica aziendale indirizzata al potenziamento delle attività in-core con conseguente abbattimento dei costi di smaltimento?

Ci preoccupa che a fronte di una tempistica che prevedeva la conclusione dei lavori entro il 2026 ad oggi non sia stata posata nemmeno la prima pietra e che non vi siano notizie circa la stipula del contratto con la società aggiudicataria dei lavori di costruzione. Ci sono ancora le risorse destinate al progetto da parte della Regione Campania, dopo il mancato inserimento nell’elenco dei PNRR finanziabili?

Chiediamo di fare chiarezza, pretendiamo di sapere se si tratti di semplici slittamenti burocratici o addirittura se si stia verificando l’eventualità che il progetto relativo alle attività impiantistiche di Asia Napoli non sia più un interesse preminente. Ancor di più- prosegue Manocchio- in considerazione del fatto che l’individuazione di parte della attuale dirigenza di Asia e la promozione di figure apicali in azienda sono state giustificate dal progetto di rilancio e di potenziamento della parte impiantistica della società”.

Il sindacato pone l’accento su quella che viene definita una “gestione casalinga” dell’Azienda che “da un po’ di tempo – spiega Manocchio- viene effettuata, senza alcun confronto sui fabbisogni, rispetto all’assunzione di profili di alto livello e personale in somministrazione, attraverso chiamate dirette o avvisi alle agenzie di intermediazione.

Nonostante vi sia ad oggi disponibilità di una vasta scelta tra le risorse interne e le numerose jobs già effettuate per il reperimento di personale da impiegare negli uffici direzionali, ancora si prosegue con l’inserimento di lavoratori in somministrazione da destinare a singoli uffici, addirittura anche attraverso la stipula di un costoso contratto a chiamata diretta per un profilo di “Quadro” da utilizzare in staff con l’Amministratore Unico.

Senza contare che ormai in Asia Napoli i cosiddetti “Quadri” avanzano in maniera imponente, vuoi attraverso selezioni ad hoc vuoi attraverso il riconoscimento diretto secondo mansioni non sempre valutabili in termini di costi-benefici.

Al contrario- prosegue la segretaria- non vengono valutati degni di riconoscimento gli impiegati amministrativi che svolgono mansioni superiori da anni e che per ottenere un misero quarto livello dopo una battaglia estenuante stanno ancora aspettando da maggio scorso il rispetto degli impegni assunti dalla Direzione Risorse Umane.

Così come risultano ancora carenti in termini di unità gli uffici del personale che gestiscono gli oltre 2200 dipendenti e gli stessi uffici dei distretti, su cui non sembra esservi priorità di intervento”.

Secondo la denuncia della CGIL si è creato un clima di insoddisfazione tra i dipendenti di Asia Napoli, che assistono impotenti alle azioni discrezionali del Management “rilevabile- dice Maria Manocchio- dalla elevatissima mole di contenzioso attualmente esistente.

Un contenzioso che Asia non cerca nemmeno di prevenire e che successivamente, anziché ricercare soluzioni vantaggiose, si ostina a portare avanti anche in presenza di ricorsi in cui risulta nettamente soccombente. Tale tentativo sfrenato di non voler cercare soluzioni determina il continuo e notevole esborso di danaro pubblico in favore di consulenze legali dell’una e dell’altra parte, con un utilizzo pressoché leggero delle risorse pubbliche”.

Un capitolo a parte il sindacato lo dedica alla raccolta rifiuti. “Quando parliamo di fallimento del progetto Asia- dice la segretaria- non possiamo non fare riferimento al disastro della gestione operativa che è sotto gli occhi di tutti. Alla partenza dei progetti di raccolta Porta a Porta non è corrisposta una adeguata organizzazione in termini di mezzi e uomini.

Un’organizzazione in continua mutazione, gestita alla giornata, con riferimenti e situazioni che cambiano a seconda degli umori e senza una programmazione a monte. Il personale degli uffici operativi e soprattutto i Capidistretto, sono costretti a rincorrere le emergenze in assenza di un chiaro indirizzo da parte del Management; nessuno sente il bisogno di ascoltare il loro parere avvalorato dalle competenze acquisite sul campo e se la città di Napoli non è ancora scoppiata lo si deve alla mera volontà di intervento di questi uomini e donne, unita alla volontà dei preposti e degli operai che in questo stato di cose fanno quello che possono, senza ricevere per il loro impegno uno straccio di riconoscimento (anzi ricevendo quotidianamente lavate di testa, contestazioni e lamentele).

Alla disorganizzazione sul piano operativo, maggiori difficoltà di controllo nella omogeneità delle attività rivengono dalle continue esternalizzazioni che non si limitano più solo ai servizi di supplemento, ma hanno allargato le maglie ai servizi cosiddetti in-core della raccolta dei rifiuti indifferenziati, dell’organico e anche del lavaggio campane.

Così come è affidata ad esterni anche parte dei servizi di manutenzione ordinaria degli immobili, con gravi ripercussioni sui tempi di intervento richiesti anche in emergenza all’interno delle varie strutture, mentre sarebbe più efficiente ed opportuno potenziare le squadre di manutentori interni.

Soldi pubblici destinati ad ingrossare le economie dei privati, mentre è aperta e funzionale una graduatoria di personale idoneo proveniente dal concorso che a calcoli fatti rappresenterebbero un risparmio di spesa ed un maggior controllo sulle attività svolte.

Ma il grande disastro della gestione Asia non si ferma qui. Infatti, mentre le attenzioni del Management sono orientate a formare “Quadri” e dirigenti del futuro, ad accogliere le singole richieste di funzionari di potersi dotare di assistenti personali, a consultare legali di alto rango per contrastare dipendenti inermi, gli immobili in cui insistono le sedi operative continuano a denunciare problemi strutturali mai risolti.

La sede di spazzamento di piazza Cavour- chiosa Manocchio- è un locale interrato dove anche il minimo della sicurezza non è garantito (soprattutto in tempi di eventi climatici violenti come quelli che si stanno verificando periodicamente ovunque); la sede di Via Antiniana collocata su un terreno del comune di Pozzuoli è pericolosamente seduta sulla solfatara che trema quotidianamente più volte al giorno; la sede di spazzamento Marco Polo è stata chiusa, gli operai trasferiti ammucchiati in via Antiniana e non si sa se e quando sarà riaperta; la sede di via G. Ferraris deve traslocare causa passaggio ad altra proprietà ma non c’è ancora un nuovo indirizzo sicuro, o almeno non ci è stato comunicato.

Non ci dilunghiamo oltre per non annoiare nell’elenco. Precisiamo però che abbiamo chiesto a più riprese ad Asia di avviare un confronto con il Comune di Napoli per il reperimento di strutture adeguate, funzionali e sicure, ma a quanto pare del benessere e della sicurezza degli operai importa poco o niente, la Dirigenza ha cose più importanti da fare”.

Per tutto quanto sopra, il sindacato richiede al Sindaco di Napoli e all’assessore competente di attivare un tavolo istituzional per affrontare in maniera concreta il tema del futuro di Asia Napoli, che è e “deve restare- conclude Manocchio- necessariamente una società a gestione pubblica, ma che non può continuare ad essere gestita come un’azienda privata da un Management che crede di poterne fare un uso personalistico e sconsiderato”.

P.B.


Articolo pubblicato il giorno 22 Settembre 2024 - 07:28


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