Nel 2023 si sono verificate circa 16mila aggressioni nei confronti del personale sanitario.
“Un fenomeno intollerabile”, ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha annunciato l’introduzione dell’arresto in flagranza di reato, anche differito entro 48 ore, per chi aggredisce medici e infermieri.
Questa decisione è stata presa dopo recenti episodi di violenza, come quello avvenuto al Policlinico Riuniti di Foggia, dove una cinquantina di persone ha aggredito il personale sanitario a seguito del decesso di una giovane di 23 anni durante un intervento.
Le aggressioni sono uno dei problemi più gravi del sistema sanitario italiano, aggravati dalla carenza di personale, dal sovraffollamento delle strutture e dalle lunghe liste d’attesa.
Il ministro Schillaci ha sottolineato come, nonostante l’inasprimento delle pene e l’introduzione della procedibilità d’ufficio attraverso il decreto Bollette, queste misure non siano più sufficienti a fronteggiare il problema.
In collaborazione con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Schillaci ha deciso di adottare l’arresto in flagranza differita come strumento di contrasto alla violenza.
Il governo Meloni ha già introdotto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce i sanitari, superando la necessità di querela di parte prevista dalla “legge Cartabia”, e ha innalzato le pene a oltre 5 anni di reclusione.
Il sottosegretario alla Sanità, Marcello Gemmato, ha evidenziato la necessità di rafforzare ulteriormente queste misure e ha ricordato come i presidi della Polizia di Stato negli ospedali siano quasi raddoppiati negli ultimi due anni. Schillaci ha assicurato che continuerà il confronto con le parti sindacali.
Le reazioni del personale sanitario sono state positive. Il segretario nazionale dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, ha elogiato la decisione, definendola un deterrente concreto contro le aggressioni e chiedendo controlli capillari per garantire l’applicazione delle nuove disposizioni.
Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, ha chiesto che l’iniziativa venga trasformata in un decreto-legge con ulteriori misure operative, inclusi sistemi di videosorveglianza e procedure per regolare gli accessi alle strutture.
Anche Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), ha apprezzato la proposta, pur ritenendo necessario un rafforzamento delle indicazioni per la procedibilità d’ufficio già previste dal decreto “bollette”.
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