Un’escalation di violenza ha sconvolto la notte all’Ospedale del Mare di Napoli.
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Intorno alle 23 di sabato, un detenuto di 43 anni, ricoverato per un malore durante una seduta di emodialisi presso il carcere di Secondigliano, ha dato in escandescenze, trasformando l’ambulatorio del pronto soccorso in una zona di guerra.
Con una furia inaudita, l’uomo ha iniziato a distruggere tutto ciò che gli capitava a tiro: computer, macchinari medicali, porte e arredi sono stati letteralmente sfasciati.
Il panico si è diffuso tra il personale sanitario e gli altri pazienti presenti, costretti ad assistere impotenti alla scena.
Il personale sanitario, nonostante il pericolo, è intervenuto per sedare l’uomo e prestargli le cure necessarie.
Durante le operazioni di soccorso, è emerso che il detenuto aveva ingerito delle batterie, un gesto che potrebbe essere collegato al suo profondo stato di agitazione.
L’episodio, purtroppo non nuovo alle cronache di Napoli, solleva interrogativi sulla sicurezza negli ospedali e sulla gestione dei detenuti ricoverati. La violenza esplosa all’Ospedale del Mare è solo l’ultimo di una serie di episodi che mettono in luce le difficoltà che il personale sanitario deve affrontare quotidianamente.
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