Una distrazione di fondi pubblici dall’allora Istituto per l’Ambiente marino costiero di Napoli (oggi Istituto di Scienze marine) del Consiglio nazionale delle ricerche, attraverso false prestazioni di consulenza, e’ stata contestata dalla procura regionale della Corte dei conti della Campania. Sette persone sono state destinatarie di un invito a dedurre: si contesta un danno erariale di 2.226.370,50 euro. Non solo: sono state destinatarie di un sequestro conservativo di beni mobili, immobili e crediti per un ammontare equivalente al danno erariale accertato.
In particolare, anche grazie ad una indagine interna del Cnr che ha dato luogo ad un procedimento penale pendente in fase dibattimentale, sono stati ricostruiti 46 contratti di consulenza stipulati, tra i 2010 e il 2014, con 13 societa’ di Roma, Milano e Monza, riconducibili allo stesso centro di interessi e in molti casi operanti in settori incompatibili con le consulenze asseritamente svolte.
Queste ultime, infatti, ove non del tutto inesistenti, sono risultate spesso identiche tra loro e prive di contenuti concreti (es. raccolta di pubblicazioni web e dati gia’ presenti sul sito del Cnr), spesso condensate in relazioni di poche pagine e tutte sistematicamente concluse nell’arco di pochi giorni.
In numerosi casi, contratti di consulenza, formalmente diversi, ma con le stesse finalita’, sono stati affidati contestualmente, oppure a breve distanza di tempo, a ditte diverse, senza poi ottenere una effettiva controprestazione. Talvolta, la medesima consulenza e’ stata ripetutamente assegnata, a societa’ sempre riconducibili allo stesso centro di interessi. I compensi riconosciuti alle ditte coinvolte venivano sempre artificiosamente frazionati in modo da poter procedere, discrezionalmente, all’affidamento diretto. Per rendere credibile tale procedura, le persone coinvolte – si legge in una nota stampa “predisponevano diversi preventivi delle societa’ risultate, a turno, assegnatarie delle consulenze, cosi’ simulando lo svolgimento di una gara conclusa con la scelta dell’offerta economicamente piu’ vantaggiosa, sebbene la societa’ appaltatrice/conferitaria fosse gia’ stata preventivamente individuata”.
I preventivi presentati “erano praticamente identici, con prezzi che si differenziavano per poche decine di euro, recanti numeri di protocollo consecutivi, apposti tutti nella stessa data, segno evidente della loro simultanea predisposizione sotto un’unica regia; ed in un, acclarato, sostanziale contesto di artata e orientata ricostruzione del complessivo procedimento di formazione della spesa”.
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