Nel primo semestre del 2024, la tragedia delle morti sul lavoro in Italia ha visto una preoccupante ripresa, con 364 vittime registrate, in aumento rispetto ai 346 del 2023. Questo trend interrompe il calo avviato tra il 2021 e il 2022, quando i decessi erano scesi da 444 a 342. A influenzare i dati del 2021 era stato il Covid-19, che aveva aggravato la situazione lavorativa.
Secondo l’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, che ha elaborato il primo monitoraggio quadriennale (2021-2024), il Trentino-Alto Adige è rimasto in “zona rossa” per quattro anni consecutivi, segnando la massima insicurezza sul lavoro. Al contrario, la Sardegna si è confermata la regione più sicura, in “zona bianca” per tutto il periodo.
L’analisi ha sottolineato come l’incidenza delle morti sul lavoro rispetto alla popolazione attiva sia un indicatore più preciso rispetto ai numeri assoluti delle vittime. Il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, ha dichiarato: “Nel 2024, l’incidenza è salita a 15,4 morti per milione di lavoratori, rispetto ai 14,7 del 2023, mostrando che il problema dell’insicurezza persiste nonostante la fine dell’emergenza pandemica”.
I settori più colpiti rimangono Costruzioni, Manifatturiero e Trasporti, con un incremento significativo nei decessi registrati nelle costruzioni, probabilmente influenzato dalla ripresa del settore edilizio. Un dato preoccupante riguarda i lavoratori stranieri, che mostrano un’incidenza di mortalità molto più alta rispetto agli italiani, passando da 25,7 morti per milione nel 2021 a 34,1 nel 2024.
Giovani e anziani continuano a essere categorie vulnerabili: tra i lavoratori più giovani (15-24 anni), l’incidenza è aumentata a 13,6 nel 2024, mentre per gli over 65 il tasso è schizzato a 65,8. Inoltre, i lunedì e martedì risultano essere i giorni più a rischio per gli infortuni mortali, sottolineando la necessità di maggiori controlli nei giorni di inizio settimana.
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