Vicenda assurda che colpisce ancora una volta la categoria dei più deboli e meno abbienti.
Un invalido, che a seguito della sentenza della corte costituzionale n. 152/2020 (che riconobbe l’inadeguatezza dell’importo della pensione di invalidità civile e sollecito’ il legislatore a prevederne l’aumento anche per le persone di età inferiore ai 60 anni.
Aumento fissato da 300euro a 651euro, con ulteriori limiti reddituali), aveva visto ottenere in automatico, nel novembre 2020, la maggiorazione dell’assegno di invalidità civile, per un totale di 651euro, avendo reddito zero negli anni antecedenti 2020 (la legge prevede un importo reddituale di euro 9000 per ottenere il beneficio).
Dal 2021 svolgeva un lavoro part time, regolarmente dichiarato con dichiarazione reddituale presentata all’agenzia delle entrate ed all’INPS stesso (3000euro anno 2021, 2500euro anno 2022).
Nell’agosto 2024, senza alcuna comunicazione da parte dell’ente (ne’ da Roma, ne’ da Telese, ne’ da Benevento) scopre che gli era stato sensibilmente modificato l’importo dell’assegno, al ribasso.
Incredulo, chiede formalmente delucidazioni e spiegazioni all’Ente di appartenenza, che comunica la variazione.
Viene a scoprire, senza alcuna previa comunicazione ricevuta, che nei suoi confronti si era formato altresì un indebito, per adesso pari a 8.000euro.
Oltre il danno la beffa. Naturalmente ha presentato ricorso attraverso il suo avvocato, Massimo Viscusi
Articolo pubblicato il giorno 5 Agosto 2024 - 13:14