Telese Terme. Ci ha pensato su due settimane e poi ha deciso di scrivere all’Inps comunicando di voler rinunciare all’assegno di invalidità.
E’ un epilogo amaro quello che vede come protagonista un uomo invalido di Telese Terme lavoratore part time a cui l’Inps non solo a inizio mese ha ridotto l’importo dell’assegno di invalidità ma anche chiesto arretrati per 8mila euro.
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E così attraverso il suo avvocato, Massimo Viscusi, ha formalizzato la richiesta di sospensione dell’assegno.
“Spett.le Inps, Direzione Provinciale di Benevento– comincia così la lettera notificata via Pec-
Atteso che in data novembre 2020, d’ufficio, l’inps a seguito della sentenza della corte costituzionale n. 152/2020, recepita dall’allora Governo Conte, mi comportava l’aumento economico della prestazione di invalidità, da euro 300 (con limite reddituale previsto ad euro circa 16.000) a 651 euro (con nuovo limite reddituale ”dinamico” previsto ad euro 9000 circa);
atteso che dal maggio 2018 sono in possesso di regolare partita iva n.01711910, essendomi introdotto nel mondo del lavoro, nella fattispecie artigianato, per il qual motivo ho iniziato a presentare regolare dichiarazione dei redditi sin dall’anno 2018 (anno 2019), che per i primi due anni è stata pari allo zero;
atteso che dall’anno 2021 la mia dichiarazione è stata più considerevole, circa 3.000, tutti comunicati;
considerato che solo in data 1 agosto 2024, senza alcuna comunicazione e/o preavviso ex lege, venivo a conoscenza della rideterminazione della prestazione n. 044 – 110000087, con conseguente vergognoso indebito (soggettivo) venutosi a formare di euro 8.000, di cui chiedevo formalmente contezza a codesto istituto, ai sensi della legge 241/90 (di Telese Terme) che solo in data 6 agosto 2024 mi notificava quanto da me richiesto;
considerato, altresì, che nessuna colpa o dolo è da ascrivere allo scrivente, visto che come summenzionato ho da sempre provveduto a comunicare i miei redditi, al cospetto di una legge aleatoria, ridicola e priva di legittimità costituzionale, per il modus operandi con la quale avviene il ”nuovo” calcolo concernente il riscontro al tetto reddituale dinamico cui va incontro tale nuova disposizione normativa, il che comporterebbe sicuramente, futuribilmente, il formarsi di nuove richieste di restituzioni di somme di denaro da parte dell’Ente (che potrebbe avvenire anche in modo contra legem, ovvero oltre i due anni ivi previsti temporali per l’accertamento fiscale),
CHIEDO, con la Presente,
di provvedere, con efficacia immediata, alla sospensione del relativo assegno maggiorato pari ad euro 351euro circa, con tetto reddituale dinamico pari ad euro 9.000, lasciando invariate, per adesso, l’elargizione dell’assegno di invalidità pari ad euro 333 (con tetto reddituale fisso pari ad euro 16.000, che lo scrivente, per adesso, non supera), oltre all’intoccabile indennità di accompagnamento.
Mio malgrado, da totale invalido civile al 100% dalla nascita, mi ritrovo a dover avviare anche una legittima azione legale giurisdizionale, dinanzi al Tribunale del Lavoro, onde poter far valere i miei sacrosanti diritti, con enorme aggravio di spese per la futura tutela legale.
Reverendi ossequi”.
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