L'ex vicesindaco di Caserta Emiliano Casale e l'ex assessore comunale ai lavori pubblici Massimiliano Marzo sono stati ufficialmente informati della chiusura delle indagini a loro carico. L'avviso, firmato dai pubblici ministeri di Santa Maria Capua Vetere Armando Bosso e Giacomo Urbano, segna un passo cruciale nell'inchiesta su un presunto giro di appalti pubblici concessi in cambio di voti e tangenti.
Il documento è stato notificato anche ad altri nove indagati, tra cui i dirigenti del Comune di Caserta Franco Biondi e Giovanni Natale, il dipendente comunale Giuseppe Porfidia, il collaboratore dell'assessore Marzo Magdi Khachermi, il geometra Gaetano Di Tora e gli imprenditori Gioacchino Rivetti, Gennaro Rondinone, Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta.
Le accuse mosse agli indagati includono corruzione elettorale, corruzione e falso.Potrebbe interessarti
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Marzo, inoltre, avrebbe ricevuto dagli imprenditori l'acquisto di materiali edili per la sua società, Edil Marzo, di cui detiene il 50% delle quote. L'inchiesta ha scatenato un terremoto politico a Caserta, culminato con la decisione del sindaco Carlo Marino di azzerare la giunta comunale. Questa decisione è stata presa in seguito alle dimissioni di tre assessori, avvenute subito dopo la diffusione delle notizie sull'indagine.
Il 13 giugno scorso, Marzo, Biondi, Natale, Porfidia e Rivetti sono stati posti agli arresti domiciliari, ma successivamente il Tribunale del Riesame di Napoli ha deciso per la loro scarcerazione. Con l'avviso di chiusura indagini, la Procura di Santa Maria Capua Vetere si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Le prossime settimane saranno decisive per determinare l'esito di questa complessa vicenda giudiziaria che ha già lasciato un segno profondo nella politica e nell'amministrazione della città di Caserta.
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