Stanno insieme alle loro mamme (19, secondo l’ultimo report del Garante dei detenuti nazionale aggiornato al 18 agosto), reclusi o negli Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute madri) o nelle sezioni nido di carceri ordinarie.
Nell’Icam di Lauro, in Campania, sono 4 attualmente i bambini insieme alle loro mamme. La struttura ne può ospitare fino a 30. “Nel tempo ne ho incontrati diversi. Assisto sempre alla solita scena: appena cominciano a parlare, usano sostanzialmente due parole: ‘apri’ e ‘chiudi’.
Questo fa capire che in quei luoghi fin da piccoli imparano le regole del carcere”, ha spiegato Samuele Ciambriello, portavoce della Conferenza dei garanti territoriali dei detenuti e Garante della Campania.
“In passato ho incontrato nella struttura anche due donne incinte, dentro per reati gravi. Hanno partorito in carcere”. Ciambriello non vede all’orizzonte prospettive imminenti di cambiamento.
“Piuttosto che umanizzare le carceri, si è adottata una visione carcerocentrica che rema contro l’obiettivo ‘mai più bambini dietro le sbarre'”, dice rammaricato. “C’è, per esempio, la proposta governativa in materia di sicurezza che intende modificare l’articolo 146 del codice penale abrogando l’obbligo del rinvio della pena per le donne incinte o con figli minori di un anno, legando la questione – con un certo populismo – alle donne rom che vanno a borseggiare.
Credo che questa scelta sia in contrasto con tutte le norme costituzionali, sovranazionali e internazionali poste a tutela dell’infanzia e con il principio della centralità della persona umana. Se in Parlamento passerà questa misura, è probabile che i numeri aumenteranno. E così invece di farli uscire, ci saranno più bambini insieme alle mamme negli Icam”.
Articolo pubblicato il giorno 20 Agosto 2024 - 20:53