“Nel mio bambino ormai non c’è più vita”. Le straziate parole del papà, due giorni fa, lasciavano purtroppo presagire il tragico epilogo, confermato nella tarda serata di ieri.
Non ce l’ha fatta Amin, il bimbo di quattro anni che domenica mattina era caduto nella piscina del centro Acqvasport di Cermenate, nel Comasco, senza più riemergere.
Una ulteriore vittima in una estate dove le morti di ragazzi in piscina sfiorano la decina.
La morte di Amin è stata simile a quella Fatou deceduta a 11 anni al Papa Giovanni dove è stata portata il 17 giugno dopo che era stata soccorsa in una piscina del parco Aquaneva di Inzago, nel Milanese in cui era andata in gita con l’oratorio. E a quella di Arkea, morta a 5 anni nella piscina di un hotel a Imola, nel Bolognese, solo alcuni giorni fa.
E ancora Elisa, deceduta a 13 anni dopo otto giorni di agonia in ospedale, dopo che era stata soccorsa nella piscina di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, e Jasmine morta affogata in piscina a Sesto Godano, in provincia di La Spezia, dove si trovava con il centro estivo del Comune di Sestri Levante.
E Leonardo, il ragazzo di 17 anni morto in ospedale dopo essere stato soccorso in piscina a Ponzano, in provincia di Fermo come un quindicenne deceduto due giorni dopo essere stato recuperato dalla poscoma di San Leonardo in Passiria, in Alto Adige, e Cristian morto nella piscina di un condominio di Castel Volturno, in provincia di Caserta.
Il 28 luglio l’allarme era scattato praticamente subito: il personale di soccorso si è buttato in acqua per recuperarlo, ma le sue condizioni erano subito apparse molto gravi.
A lungo erano durati i tentativi di rianimazione sul posto, prima che si decidesse di trasportare il piccolo paziente in elicottero all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Dove il bimbo è rimasto sempre in terapia intensiva, purtroppo senza dare segnali di ripresa.
I genitori, di origine marocchina e da tempo residenti a Lomazzo, in questi giorni si sono trasferiti a Bergamo in un alloggio messo a disposizione dall’associazione che assiste i familiari dei degenti di pediatria.
E da Bergamo, già due giorni fa, la speranza era davvero appesa a un filo sottilissimo. La notizia si è diffusa subito a Lomazzo, suscitando cordoglio e commozione: il papà lavora nella macelleria islamica ed è molto conosciuto nella cittadina della Bassa Comasca.
Domenica la famiglia era andata nel centro acquatico di Cermenate, a pochi chilometri da Lomazzo, un impianto di proprietà comunale ma gestito da una società specializzata con piscine, scivoli e ampi spazi verdi.
Il dramma si è compiuto nel giro di pochi istanti alle 12.45: in attesa della ricostruzione da parte degli inquirenti – come da prassi è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti – ci si può basare soltanto sui racconti indiretti.
Pare che il piccolo si trovasse nella piscina baby e che avesse improvvisamente deciso di passare in quella degli adulti, buttandosi in acqua. I bagnini se ne sarebbero accorti e avrebbero anche fischiato, per poi buttarsi in acqua non appena hanno visto che il piccolo non riemergeva.
C’è invece chi racconta che il piccolo non sia più riemerso dopo avere utilizzato uno scivolo. In entrambi i casi il bambino non sarebbe rimasto a lungo in acqua, ma quando quando è stato riportato a riva era in stato di incoscienza.
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