“Da qui non ci muoviamo!”. Lo dicono tutti gli sfollati della Vela Celeste di Scampia che occupano l’aula magna dell’Università Federico II.
Sono oltre 400 residenti della Vela Celeste, sfollati dopo il tragico crollo del ballatoio. Un’occupazione pacifica ma determinata, che diventa simbolo della rabbia e della disperazione di una comunità abbandonata.
La notte trascorsa tra brandine precarie e materassi improvvisati ha lasciato il segno. “Abbiamo dormito per terra, con la schiena a pezzi” raccontano. “O entriamo tutti, o non entra nessuno!”. La paura di nuovi crolli aleggia, e la fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici.
Il sindaco Manfredi assicura che gli alloggi saranno agibili a breve, ma gli sfollati non credono più alle promesse. “Chi ci garantisce che sia sicuro?” si chiede Maria. L’offerta di palestre come dormitori viene rifiutata: gli sfollati chiedono dignità e vogliono rimanere uniti.
L’Università, inizialmente sorpresa, si trasforma in un rifugio improvvisato. Medici volontari visitano i residenti, mentre i professori offrono sostegno psicologico. Ma la protesta continua: gli sfollati chiedono risposte e soluzioni concrete, e non intendono arrendersi fino a quando non saranno tutelati i loro diritti.
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