Nuova notte di spari ai Quartieri Spagnoli: è l’obiettivo è sempre lo stesso Pietro Savio, figlio dello storico boss dei Quartieri Spagnoli Mario detto ‘o bellillo. Si tratta di una ritorsione o rientra nella nuova guerra tra le giovani leve dei clan?
Non si placa dunque la tensione ai Quartieri Spagnoli. Nella notte di martedì diverse colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in piazzetta Montecalvario, alimentando i dubbi degli investigatori su una semplice escalation di faide tra piccoli criminali. Dietro la “stesa” potrebbe esserci ben altro, forse una lotta per il controllo dei traffici di droga.
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Pietro Savio era stato ferito alle gambe nella notte tra il 16 e 17 giugno scorso in vico Canale a Taverna Penta, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. E prima ancora la stessa abitazione colpito la notte scorsa era stata centrata da altri proiettili il 25 marzo.
Un segnale mirato e ben preciso? L’episodio segue il ferimento di Nunzio Saltalamacchia avvenuto il 28 giugno scorso. Ieri sera, i proiettili hanno colpito proprio la zona dove si trovava Saltalamacchia poco prima dell’agguato. Non ci sono stati feriti, ma il messaggio intimidatorio è chiaro.
Le forze dell’ordine non escludono che lo sparo sia una risposta al ferimento del cugino del boss Eduardo Saltalamacchia. Altra ipotesi è che si tratti di strategie camorristiche spontanee, tipiche dei periodi in cui i capi storici sono in carcere.
Gli agenti del commissariato di zona e della Squadra Mobile stanno indagando sull’accaduto. I cinque bossoli di proiettili recuperati sul luogo del delitto e l’assenza di feriti o danni a persone o cose supportano la tesi di un’azione dimostrativa.
Secondo gli investigatori, i fatti di cronaca nera degli ultimi 15 giorni ai Quartieri Spagnoli non sono collegati. I ferimenti di Pietro Savio e di un 17enne in vico San Liborio sarebbero dovuti a liti degenerate, mentre dietro l’agguato ai Banchi Nuovi con il ferimento di Saltalamacchia e del pizzaiolo incensurato Alessio Bianco potrebbe esserci la mano di un clan.
L’arresto dei capi dei clan Esposito, Masiello e Saltalamacchia nell’operazione “clan a tre teste” dello scorso anno ha creato un vuoto di potere che ha innescato una faida tra giovani ras emergenti.
Le forze dell’ordine sono al lavoro per stroncare la violenza e riportare la legalità ai Quartieri Spagnoli. L’operazione contro il “clan a tre teste”, raccontata nei mesi scorsi nelle cronache di Napoli, è stata un duro colpo, ma la strada per sconfiggere la camorra è ancora lunga.
(nella foto da sinistra Pietro Savio e Nunzio Saltalamacchia)
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